Si sa che i colori hanno una grande influenza sulle nostre emozioni e sui nostri stati d’animo.
Nel design degli interni, la nostra percezione di uno spazio può cambiare completamente a seconda del colore utilizzato per la decorazione.
Il colore è capace di influenzare notevolmente la percezione di un marchio quindi è essenziale anche in termini di marketing e strategie pubblicitarie.
Tanto è vero che la particolare branca del neuromarketing studia come determinati colori possono coinvolgere e stimolare i consumatori all’acquisto meglio di altri.
I colori delle vetrine e delle pareti dei negozi sono molto rilevanti per sollecitare determinate emozioni e comportamenti nelle diverse fasi di acquisto.
Il colore è quindi una componente essenziale della brand identity, un simbolo della storia e dei valori della marca:
la visione di quel colore richiama immediatamente nella mente del consumatore una serie di emozioni e ricordi legati al brand e ai suoi prodotti.
Nel packaging il colore è una componente essenziale perché il tempo impiegato dal consumatore per dare un giudizio sul prodotto è limitato quindi l’impatto e l’immediatezza del colore giocano un ruolo fondamentale nella scelta.
Nel settore del lusso, ci sono brand che sono riusciti ad appropriarsi di un colore facendolo diventare un vero e proprio marchio.
E’ ad esempio il caso di Tiffany che ha fatto sua una particolare tonalità di blu tendente al verde, un mix tra il turchese e l’acquamarina.
Questa particolare nuance è diventata il colore iconico della marca, tanto da essere denominata “Tiffany Blue“.
Tiffany utilizza il Tiffany Blue, tecnicamente il Pantone con codice PMS 1837, per definire il suo intero universo:
tutti i prodotti, dai diamanti ai profumi, si identificano completamente in questa nuance che è diventata sinonimo di eleganza ed esclusività.
Dopo essere apparso sulla copertina del Blue Book, il catalogo della collezione annuale dei gioielli artigianali di Tiffany pubblicata per la prima volta nel 1845, il Tiffany Blue è stato utilizzato per le shopping bag, nella pubblicità e per i materiali promozionali della Maison.
Poco dopo nasce la mitica Tiffany Blue Box (che è un marchio registrato) che diventa un’icona mondiale del lusso e dell’esclusività a tal punto che sulla rivista The New York Sun nel 1906, avrebbe dovuto apparire questo messaggio:
“Tiffany ha in negozio una cosa che non si può comperare per nessuna cifra, si può solo ricevere in regalo: una delle sue scatole”.
Alcuni studi dicono che la visione del colore Tiffany Blue e della Tiffany Blue Box abbia addirittura il potere di accelerare il battito cardiaco.
Un altro caso molto noto è quello di Hermès.
La particolare gradazione di arancione che veste le Birkin, i mitici foulard e domina negli allestimenti delle boutique… pensate un po’… inizialmente fu utilizzato come ripiego!
Nel ’45 il nipote del fondatore della Maison Hermès, Émile-Maurice Hermès, a causa della seconda guerra mondiale non riuscì ad approvvigionarsi delle scatole che il marchio usava per confezionare i propri prodotti.
Non trovando quelle fatte in carta granulata color crema simile alla pelle di cinghiale, dovette ripiegare su delle scatole di un color arancione intenso.
Questa tonalità divenne in breve tempo l’icona simbolo del marchio nota in tutto il mondo.
Nel 1994 Hermès ha ricevuto l’Oscar del packaging per le sue scatole pieghevoli.
A partire dal 1996 l’arancione si estende a tutti i packaging Hermès (precedentemente le scatole dei bijoux erano grigi e quelle degli articoli Art de la Table erano verdi).
Per confezionare tutti gli oggetti del desiderio della Maison, attualmente sono in uso oltre 700 tipi e dimensioni di scatole.
Un’ultima curiosità: il nastro marrone caratterizzato dal punto sellaio lungo i bordi che chiude le confezioni Hermès si chiama “Bolduc” ed è in uso dal 1949.
Tiffany e Hermès : le scatole più famose del mondo