Danit Peleg ha speso 2.000 ore per stampare la sua collezione di abiti. Sì… stampare…avete letto bene, perché gli abiti di Danit non sono fatti di tessuto ma sono interamente realizzati con una stampante 3D “casalinga”. Gli abiti sono composti da filamenti che formano una rete geometrica elastica e resistente che prende la forma delle curve del corpo con un effetto di trasparenze ultra femminile simile a quello del pizzo. L’elasticità del materiale asseconda i movimenti con un sorprendente effetto a rimbalzo. Per arrivare a questi risultati, la giovane designer diplomata allo Shenkar College of Engineering and Design in Israele ha effettuato esperimenti con la tecnologia della stampa 3D collaborando con gli esperti del settore di TechFactory Plus e XLN community e poi ha progettato gli abiti utilizzando un software per la modellazione digitale. Un progetto complesso e visionario che apre nuove frontiere nel settore della moda: chissà se in futuro si potrà partire senza valigia e stampare al momento il vestito che serve in hotel oppure scaricare i file dal computer e realizzare da soli a casa il proprio guardaroba? Per saperne di più, guardate il video qui sotto.
La tecnologia delle stampanti 3D apre nuove frontiere nel campo della produzione degli oggetti e non è più lontano il momento in cui ognuno potrà realizzarli a casa propria. Per dimostrare come queste tecnologie possano davvero entrare nella vita di tutti i giorni il designer francese Jean-Baptiste Fastrez ha pensato di realizzare invece che un sofisticato pezzo di design, un semplice utensile da cucina di uso quotidiano: Colapasta Numerica è uno scolapasta con manico e ciotola interamente costruiti di rete stampata in 3D.
L’azienda .exnovo, che realizza arredamento e lampade utilizzando la stampa 3D, ha presentato in anteprima al Salone parigino Maison et Objet Maggiolina, una collezione di lampade da tavolo e da parete di Alessandro Zambelli. Per progettare questa lampada il designer si è ispirato alla corazza bombata e iridescente del piccolo insetto. Il diffusore della lampada è realizzato in stampa 3D con poliammide sinterizzato mentre la base è in ceramica.
La trottola è un oggetto curioso e quasi magico che con la sua forma fluida e il suo movimento ipnotico diverte i bambini e attrae gli adulti. Sarà per questo che i designer ne sono affascinati.
Per festeggiare il 90mo compleanno del marchio Porro che ricorrerà nel 2015 Piero Lissoni, art director di Porro dal 1989, ha creato una collezione di cinque trottole realizzate a mano. I diversi legni con cui sono fatte le trottole sono quelli delle 16 essenze utilizzate da Porro nella sua collezione. Un richiamo originale alla capacità artigianale del marchio nella lavorazione del legno.
Anche il marchio di abbigliamento Dimensione Danza si diverte con le trottole che in questo caso richiamano il movimento di rotazione della pirouette delle ballerine. Le trottole in legno di Dimensione Danza sono una serie limitata.
Si chiama Toupie la trottola creata dalla designer Charlotte Juillard, uno dei 10 giovani designer vincitori della prima edizione del Lancôme Design Award lanciato per festeggiare il 10mo anniversario del mascara Hypnôse. La sfida lanciata dal concorso ai designer era quella di creare un’opera iconica che interpretasse il potere dello sguardo e dell’ipnosi. Ecco spiegato perché Charlotte ha pensato ad una trottola. Toupie è realizzata in polvere metallica nera stampata con tecnologia 3D e base in marmo nero.
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