Nell’articolo di oggi continuiamo a parlare di contaminazioni fra arte e design.
Nel progetto di interni di cui abbiamo parlato venerdì l’ispirazione veniva dal cinema.
Oggi invece mostriamo un progetto che si ispira all’arte.
Si tratta del ridisegno degli interni di un hotel in Cina ad opera dello Studio 10 che evoca le opere surrealiste di Maurits Cornelis Escher.
L’artista olandese disegnava spazi immaginari che lui stesso definiva “costruzioni impossibili”.
I designer dello Studio 10 hanno quindi scelto una sfida tutt’altro che facile per disegnare due delle dieci camere dell’albergo Other Place Hotel Guilin.
La frase di Escher
“Solo coloro che tentano l’assurdo raggiungeranno l’impossibile”
sembra quasi un invito a provarci.
Osservando le affascinanti litografie di Escher si prova una sensazione di straniamento perché mancano i punti di riferimento a cui siamo abituati:
l’alto e il basso, la sinistra e la destra si perdono in spazi infiniti percorsi da una selva di scale senza inizio né fine.
La moltiplicazione di elementi architettonici confonde la mente e la moltitudine di porte e finestre suggerisce la presenza di luoghi segreti.
Con questi spazi onirici Escher stimola una riflessione su ciò che è reale e ciò che è solo apparenza.
Per suscitare la sensazione di disorientamento tipica delle immagini di Escher i designer dello studio cinese Studio 10 hanno giocato prevalentemente su tre fattori: il colore, la luce e l’essenzialità.
Il colore, rosa pallido per la camera Dream e verde intenso per la camera Maze, veste internamente lo spazio creando un involucro omogeneo dove pareti, pavimenti e soffitti si confondono.
La luce indiretta che bagna tutto lo spazio è emanata da apparecchi e strisce LED completamente nascosti in scuretti creati nelle murature o nel contorno di finte porte.
La combinazione di colore e luce crea un’atmosfera surreale e rarefatta.
L’essenzialità è il terzo ingrediente:
gli arredi avrebbero costituito dei punti di riferimento quindi sono stati limitati solo a ciò che è davvero indispensabile.
Dentro alle “scatole” colorate sono state costruite le stanze e un certo numero di scale, alcune effettivamente utili e altre solo scenografiche che portano a finte porte nere o dorate.
Shi Zhou, fondatore dello Studio 10 è da sempre un estimatore di Escher.
Il progetto per l’albergo Other Place Hotel Guilin prende spunto da una delle architetture impossibili più celebri di Escher, la litografia del Belvedere.
Nato nel 1898, l’incisore e grafico olandese Escher dal 1923 al 1935 vive a Roma.
Durante la sua permanenza in Italia l’artista, che ricorda il periodo come i migliori anni della sua vita, viaggia molto per trovare ispirazioni nei paesaggi.
In particolare lo colpiscono le particolari strutture dei piccoli borghi della Calabria e della Sicilia.
A causa della difficile situazione politica causata dal fascismo, Escher si trasferisce in Svizzera e poi, negli anni ’40, in Belgio e in Olanda.
Nei paesaggi di questi Paesi Escher non trova grande ispirazione, quindi da realistica la sua produzione artistica diventa una surreale rappresentazione del suo mondo interiore.
Le opere di Escher fatte di simmetrie e paradossi geometrici hanno molto a che fare con la matematica.
Forse anche grazie alle molte amicizie che l’artista ha stretto con diversi matematici.
Gli spazi deformati e i mondi alternativi di Escher furono molto apprezzati dalla controcultura dell’epoca, tanto è vero che Mick Jagger chiede all’artista di creare un’opera per una copertina di un album dei Rolling Stones.
Escher però rifiutò probabilmente infastidito dalla eccessiva informalità con la quale Mick Jagger gli si era rivolto.
Contaminazioni fra arte e design : le scale di Escher in un hotel
A Milano, al piano terra di un palazzo del ‘900, l’architetto Francesco Librizzi ha ristrutturato un piccolo spazio di 45 mq trasformandolo in un funzionale bilocale dove convivono in grande armonia elementi d’epoca e modernità. Il camino senza cornice e i pavimenti in cotto lombardo e in marmette sono stati conservati così com’erano lasciando visibili i segni del tempo. Sfruttando l’altezza dei locali è stato ricavato un soppalco a ponte aperto sui lati per la camera da letto a cui si accede con una particolarissima scala dalle dimensioni molto compatte. La struttura minimale della scala realizzata con esili profili in ferro neri disegna i contorni di un volume a torre che crea nello spazio tutto bianco un segno grafico leggero ma di forte impatto.