Al Salone Satellite 2018, la sezione del Salone del Mobile dedicata ai giovani designer, abbiamo visto i prodotti dello studio svedese Stoft.
Qui ve ne presentiamo due, entrambi mobili contenitori.
Il design del mobile Whittle Away nasce da una riflessione:
il trascorrere del tempo cambia l’aspetto degli oggetti rivelandone un’immagine diversa.
Ciò accade agli alberi che invecchiando mutano la corteccia, ma accade anche agli oggetti quando ad esempio la vecchia vernice comincia a sfaldarsi scoprendo ciò che c’è sotto.
Il tempo riesce a trasformare le persone, la natura e gli oggetti in un modo che è spesso addirittura più interessante di com’erano in precedenza.
Con un abile lavoro di falegnameria artigianale questa saggia riflessione viene espressa sulle ante del mobile Whittle Away.
Il rivestimento delle lamelle in legno che formano il corpo del mobile si arricciano rendendo visibili i colori dello strato più interno.
Anche nel cabinet Dear Disaster viene espresso il concetto di trasformazione.
In questo caso il design esprime però un’altra riflessione:
i disastri naturali provocano conseguenze terribili ma in alcuni casi le forze della natura possono anche creare mutazioni interessanti.
Le ante del mobile Dear Disaster sono rivestite da tessere colorate arrotondate che possono essere sbloccate grazie ad un sistema particolare.
L’utilizzatore del mobile può così modificarne l’aspetto creando un’infinità di nuovi pattern grafici.
Questo particolare design cangiante nasce dall’osservazione che il disegno e le immagini possono aiutare la ripresa psicologica delle persone che hanno subito un evento negativo.
I motivi decorativi sulle ante ricordano il movimento dell’acqua e delle onde:
a seconda del proprio stato d’animo il “paesaggio” può essere calmo e regolare oppure agitato come un mare in tempesta.
Lo studio Stoft con sede a Malmö è stato fondato da Jenny Ekdahl, Ola Nystedt e Joel Herslow nel 2013.
In svedese la parola “stoft” significa un insieme di milioni di particelle in costante movimento e trasformazione.
Lo studio di design ha scelto questo nome per sottolineare come il loro design nasca da una moltitudine di stimoli:
gli oggetti prendono corpo dall’interazione dei tre designer con le loro riflessioni, intuizioni e storie.
I progetti hanno origine dall’osservazione del comportamento delle persone e dalla sperimentazione dei materiali.
I prodotti di Stoft coniugano capacità artigianale e tecniche di produzione innovative.
Il design che nasce dall’osservazione del mondo
Mai come quest’anno nella moda le nappe e le frangette decorano collane, orecchini, borse, abiti e T-shirt.
Anche l’arredamento si è fatto contagiare e inserisce questi elementi semplici ma molto decorativi nel design del prodotto.
Qui ve ne mostriamo alcuni.
La famiglia di lampade Nappe di Marco Zito per Masiero riprende la forma delle nappe giocando su elementi geometrici che arricchiscono la composizione.
Le lampade a sospensione hanno struttura in metallo verniciato con astine di metallo o diffusori in vetro.
La fonte luminosa è a LED.
Gli specchi Boudoir Mirror del giovane designer Tero Kuitunen sono resi originali e divertenti dalle frangette colorate.
La decorazione sottolinea una porzione del contorno della superficie specchiata.
Gli specchi Boudoir Mirror sono stati esposti all’ultimo Salone Satellite, la sezione del Salone del Mobile dedicata ai giovani designer.
La bellissima lampada a sospensione Wink di Houtique dove le frangette ricordano le lunghe ciglia di un occhio.
Se volete sapere di più della lampada Wink, cliccate qui.
Infine Amami Sofa di Lorenza Bozzoli per Moooi dove le frange sfumate che vestono la base riprendono l’immagine sofisticata dei sofà classici.
Se volete sapere di più di Amami sofa, cliccate qui.
La moda delle nappe contamina l’arredamento
Al Salone Satellite, la sezione del Salone del Mobile di Milano dedicata ai giovani talenti emergenti, Zsuzsanna Horvath ha presentato la lampada Sila.
La sospensione ha un design etereo e molto delicato che nasce dalla sperimentazione delle tecniche di taglio al laser:
su un foglio di compensato di betulla sottile come un capello vengono praticati dei tagli al laser fitti e paralleli.
Il foglio intagliato viene poi avvolto su se stesso e ancorato alla struttura.
Un lieve soffio d’aria è sufficiente a muovere le sottili strisce di legno che, dopo aver creato delle sottili vibrazioni, ritornano velocemente all’assetto iniziale grazie all’elasticità del materiale.
Sila lamp paper prototype from Zsuzsanna Horvath on Vimeo.
La lampada è dotata di un pannello OLED flessibile delicato quasi quanto il compensato stesso.
La lampada Sila è molto decorativa e con i suoi lievi movimenti vibrati dà una sensazione di pace e tranquillità.
Zsuzsanna Horvath è una architetto designer ungherese che ha il suo studio a Helsinki in Finlandia.
I suoi progetti sono basati sulla sperimentazione delle forme e dei materiali di cui vengono esplorate le potenzialità con l’impiago delle moderne tecnologie.
La lampada vibrante di Zsuzsanna Horvath
Al Salone Satellite 2018, la sezione del Salone del Mobile di Milano dedicata ai talenti emergenti, abbiamo incontrato i giovani designer di But Yet.
Nello stand But Yet ha esposto The Me & Meow, una collezione pensata per i gatti ma anche per i loro amici umani.
Il settore degli articoli per gli animali è in forte ascesa e molti designer vi si dedicano con passione.
Ciò che differenzia dalle altre proposte la collezione The Me & Meow è che i pezzi sono progettati per soddisfare contemporaneamente le esigenze dei gatti e dei loro padroni.
I tavoli, le sedie, gli scaffali e le lampade sono a tutti gli effetti degli arredi per la casa che integrano però nel loro disegno quegli elementi di cui il gatto a bisogno.
Nella casa il gatto non è più un ospite ma un membro della famiglia che condivide il nostro stesso arredamento.
La collezione The Me & Meow favorisce l’interazione fra le persone e i felini nel corso delle reciproche attività quotidiane.
La libreria diventa così una scaletta per favorire il movimento del gatto.
La lampada è dotata anche di tiragraffi e di gioco con palline.
Il tavolo e il tavolino sono cucce e nascondiglio e l’attaccapanni è un alberello da scalare.
But Yet è un brand di arredamento fondato a Hong Kong nel 2017.
La missione di But Yet è progettare arredi in grado di adattarsi alle varie modalità dell’abitare contemporaneo rendendoli accessibili a tutti.
I progetti coniugano funzionalità e estetica adattandosi alle case di piccola metratura e tengono conto non solo del benessere di chi le abita ma anche dei loro interessi come ad esempio la coabitazione con gli animali da compagnia e la passione per il verde.
Arredi condivisi dedicati a gatti e persone
Al Salone Satellite 2018, la sezione del Salone del Mobile dedicata ai giovani talenti emergenti, abbiamo visto la collezione di lampade Suki di Studio Baku.
La collezione è una rivisitazione contemporanea delle famose lampade scultura Akari di Isamu Nogushi.
Per quanto riguarda il design, la differenza fra le lampade Akari e Suki è evidente:
le prime evocano le tipiche lanterne giapponesi con volumi pieni interamente ricoperti di carta mentre nelle seconde gli elementi di carta sono fra loro indipendenti.
Una differenza sottolineata dal nome “suki” che in giapponese significa spazio vuoto o trasparenza.
Dal punto di vista dei materiali, in Akari il volume di carta è creato grazie ad una “ossatura” in bambù.
Invece nelle luci Suki, le forme geometriche di carta sono create con un sottile filo metallico.
I pendenti di carta si muovono leggeri proiettando nell’ambiente delle ombre sempre diverse.
Baku Sakashita è un giovane designer artigiano.
Dopo aver terminato gli studi presso la ECAL/Ecole Cantonale d’Art di Losanna, Baku Sakashita ha fondato lo Studio Baku a Tokyo.
Il giovane designer ha già vinto numerosi premi e riconoscimenti.
Lampade giapponesi con pendenti di carta
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