Lithea, produttore di rivestimenti, pavimenti, complementi e oggetti di arredo in pietra naturale, presenta Corbulas e Pibiones.
La collezione Corbulas è formata da 7 pannelli tondi tridimensionali in 4 diametri diversi.
I pannelli, realizzati in pietra di Crema Tunisi e marmo Bianco Diocleziano, sono illuminati da luci a led.
L’architetto Pierluigi Piu che ha creato i pannelli si è ispirato ai “corbulas”, i cesti rotondi e profondi che venivano utilizzati dalle donne in Sardegna per contenere e misurare la farina.
I cesti, realizzati intrecciando il fieno e le fibre di canna, venivano decorati con inserti geometrici di lana e broccati in colori vivaci che riproducevano in modo stilizzato la flora e la fauna.
I contadini utilizzavano i corbulas anche per decorare la casa, appendendoli in gruppi alle pareti.
Pierluigi Piu prende spunto da questa tradizione e nei decori dei pannelli tondi in pietra e marmo rielabora il motivo della sezione inferiore dei cesti.
Il risultato sono delle sculture da parete valorizzate dalla retroilluminazione.
Anche il pannello decorativo tridimensionale Pibiones, si ispira alla tradizione della Sardegna.
In questo caso sugli arazzi di pietra Pierluigi Piu riproduce i “pibiones”.
I pibiones sono i grani in rilievo prodotti nel corso del lavoro di tessitura tradizionale al telaio.
I tipici simboli di prosperità sardi del ramo di vite e della pavoncella sono i motivi ricorrenti dei decori lapidei.
Il pannello decorativo Pibiones misura 300x240cm ed è realizzato in pietra calcarea Bianco Fenice.
Lithea, fondata nel 2008 da Patrizia Furnari e Fabio Fazio, nasce dalla collaborazione con l’azienda di famiglia legata al territorio siciliano.
La passione e le capacità artigianali della storica azienda continuano ad evolversi grazie alla ricerca e alla sperimentazione e all’utilizzo di processi produttivi e tecnologie avanzate.
Lithea scolpisce nella pietra la tradizione sarda
Adatto sia agli interni che agli esterni, il grès porcellanato è un tipo di rivestimento molto robusto, facile da pulire e duraturo.
A queste qualità si deve l’ampio utilizzo che se ne fa oggi nelle ristrutturazioni e nelle nuove costruzioni.
Nell’aspetto il grès porcellanato può riprodurre praticamente qualsiasi materiale:
dalla pietra al marmo, al legno, al cemento e ai metalli.
Ma attenzione: non c’è nulla di più infelice e freddo di un grès porcellanato che vuole imitare i materiali naturali senza riuscirci.
La bellezza e il calore dei materiali naturali è dovuta ad un’incredibile ricchezza di dettagli, sia dal punto di vista visivo che tattile.
Imitare fedelmente ciò che riesce a fare la natura è un’impresa tutt’altro che facile e solo le aziende di un certo livello possono riuscirci grazie agli investimenti nei processi artigianali di ricerca.
La nuova collezione Oxidart di Ceramica Sant’Agostino riesce a riprodurre in modo estremamente realistico le lastre di lamiera ossidate all’aria aperta.
Gli effetti che la reazione dell’ossigeno crea sul ferro sono ricreati con un numero elevato di facce elaborate (fino a 270 grafiche diverse nel formato 20×20), con cromatismi e con stonalizzazioni calibratissimi.
Grazie a tecniche innovative sviluppate nel proprio laboratorio, alla gestione personalizzata della stampa digitale di ultimissima generazione e all’impiego di smalti speciali, i prodotti di Ceramica Sant’Agostino replicano perfettamente nella grafica e nella materia l’effetto della lamiera ossidata con zone a riserva lucide e opache.
Adatta sia per pavimentazioni che per rivestimenti murari in interni ed esterni, la collezione Oxidart si sviluppa dal grande formato 120×120 sino al piccolo formato 20×20.
La collezione Oxidart comprende alcune varianti:
Black, Iron, Copper e Silver a cui si aggiunge la variante decorata Patchwork.
Oxidart di Ceramica Sant’Agostino : la bellezza dei metalli ossidati
Ceramica Francesco De Maio ha presentato al Cersaie, il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno, una nuova collezione di maioliche decorate da una moltitudine di puntini colorati.
Le pennellate di pittura su sfondo bianco riprendono i colori vivaci del mediterraneo.
La collezione nasce dall’opera d’arte “Pointillisme” che Alessandro Mendini aveva creato lo scorso luglio, in occasione della terza edizione del Festival del Paesaggio.
Il pannello di 280×240 cm decorato da 25.950 puntini era stato realizzato da Ceramica di Vietri Francesco De Maio e donato al Museo della Casa Rossa di Anacapri all’Isola di Capri.
Alessandro Mendini spiega così la genesi della nuova collezione di maioliche:
“La tradizione della ceramica di Vietri è sempre stata nella mia mente: i materiali, le pennellate, i colori mediterranei.
Ceramica Francesco De Maio mi ha offerto la fortunata possibilità di realizzare io stesso una collezione.
L’occasione è data da una parete che dovevo preparare per il museo della Casa Rossa di Anacapri.
Una parete fatta di piastrelle policrome tutte uguali, ricoperte di infinite piccole pennellate, una miriade di puntini.
Ecco allora nata sotto forma d’arte la matrice “puntinista” della mia collezione per Francesco De Maio.
Un sistema di Puntini, ora piccoli, ora grandi e isolati, ora allineati in verticale o in diagonale, al fine di ripercorrere quel sistema complesso che genera da tanti anni lo stile di Vietri, con le sue rare armonie.”
La Collezione Puntini che coniuga tradizione e creatività contemporanea, è un rivestimento in formato 20×20 cm.
Maioliche Puntini firmate da Alessandro Mendini
Per molto tempo il mosaico in vetro è stato uno dei rivestimenti più utilizzati specialmente nei bagni.
Con l’arrivo sul mercato di molte altre tipologie di rivestimenti, il mosaico è passato di moda.
Attualmente, grazie alle proposte che presentano formati più originali rispetto alla classica tessera di forma quadrata, il mosaico in vetro torna ad essere di attualità.
Nelle immagini di questo articolo mostriamo alcune applicazioni del mosaico in vetro delle collezioni Soul e Nordic dell’azienda Vidrepur.
Nelle foto che seguono le tessere hanno una delicata e più movimentata forma a ventaglio.
Questo formato risalta particolarmente quando è utilizzato per rivestire solo una porzione delle murature:
l’effetto a pannello viene accostato a materiali più omogenei e regolari in formato più grande.
La forma a ventaglio diventa particolarmente decorativa quando la composizione è realizzata con un mix di colori.
Un altro bellissimo formato è quello esagonale: nella foto che segue la pavimentazione è creata con un mix di tessere di diverso colore.
Per caratterizzare le pareti con un effetto più movimentato, Vidrepur propone il formato esagonale anche in versione diamantata tridimensionale.
Per rendere più originale e moderno il mosaico con tessere quadrate, potete accostare diverse tonalità cromatiche per creare ad esempio un motivo grafico rigato.
Oppure potete creare dei fondali che mettano in risalto solo alcune zone specifiche delle murature, ad esempio la muratura dietro al lavabo e la zona della vasca da bagno o della doccia.
La parte restante delle murature può essere semplicemente decorato con una pittura a smalto resistente all’umidità.
Il mosaico in vetro ritorna in tanti nuovi formati
A partire dagli anni ’70, i rivestimenti in ceramica con colori squillanti e superfici brillanti hanno imperversato per decenni.
Oggi, grazie al revival degli stili retrò, ritornano invece di gran moda le piastrelle decorate in pastina colorata di cemento.
Le rivisitazioni moderne di queste piastrelle tradizionali entrano nelle case moderne ed eclettiche creando una piacevole atmosfera retrò, calda e accogliente.
Alle piastrelle in cemento di una volta viene oggi spesso attribuita una nobiltà e un pregio che nella loro epoca in realtà non avevano.
Probabilmente ciò è dovuto al fatto che queste pavimentazioni sono diventate rare perché nel corso delle ristrutturazioni sono andate perdute.
Ne resta testimonianza solo in alcuni palazzi e residenze nobili risalenti alla seconda metà del 1800 fino all’inizio del 1900.
Questa associazione porta a pensare che si tratti di un materiale raro ed esclusivo.
In realtà, piuttosto che con le piastrelle in cemento, le residenze aristocratiche venivano decorate prevalentemente con materiali più preziosi come le maioliche o i pavimenti alla veneziana.
La vera storia delle piastrelle di cemento ha un’origine ben più popolare e diffusa.
Questi rivestimenti divennero infatti molto comuni nell’edilizia popolare delle periferie delle grandi città.
Gli immigrati arrivati dal sud che vi abitavano, non potendo permettersi di decorare la casa con materiali preziosi e tappeti pregiati, ne fecero largamente uso soprattutto nelle cucine e nei bagni.
Le piastrelle, chiamate più normalmente “cementine“, erano fabbricate con il cemento Portland, un materiale che veniva utilizzato per preparare il calcestruzzo e che divenne largamente prodotto dopo la rivoluzione industriale.
Come la graniglia, le cementine sono composte da una base di sabbia e cemento in cui vengono miscelati frammenti di marmo e ossidi naturali.
Lo strato superficiale, la cosiddetta “pastina”, è composto di cemento, sabbia finissima e ossidi di ferro.
A differenza delle cementine, la graniglia contiene frammenti più grandi che risultano ben visibili.
La graniglia inoltre veniva levigata e lucidata mentre le cementine erano rese idrorepellenti e anti-macchia con un trattamento a base di olio di lino.
La diffusione delle cementine fu quindi dovuta principalmente al loro costo contenuto.
Le cementine inoltre erano robuste e facili da posare. Ecco perché vennero anche molto utilizzate nei locali pubblici e nei teatri nel centro città.
La piacevolezza estetica dei motivi dipinti a mano che raffiguravano greche, fregi e fiori creavano composizioni che ricordavano l’effetto dei tappeti, con illusioni ottiche che hanno anticipato i decori delle piastrelle di ceramica degli anni ’70.
Si può quindi dire a tutti gli effetti che le cementine sono una versione nazional-popolare degli stili liberty e decò.
Le cementine una volta venivano utilizzate sia per le pavimentazioni che per i rivestimenti murari, in formati quadrati o esagonali di dimensioni 20X20 o 25X25 o superiori.
Sulla scia del revival degli stili retrò, Le cementine ritornano di moda .
Però trovarne oggi delle originali da recuperare è molto difficile perché ne restano solo nei vecchi magazzini e nei mercati non ristrutturati.
Per questo molte aziende propongono delle collezioni di cementine per rivestire oltre ai bagni e alle cucine, anche la zona giorno o gli arredi come ripiani e tavoli.
Per contenere il prezzo, i decori delle cementine vengono oggi perlopiù stampati in serie e i formati delle piastrelle sono più piccoli rispetto al passato.
Ci sono però dei brand di lusso che propongono delle cementine ancora oggi lavorate artigianalmente e dipinte a mano.
Ad esempio Bisazza, azienda famosa per i mosaici in vetro, propone Cementiles Collection.
Gli interni che mostriamo nelle foto di questo articolo sono decorati con questa pregiata collezione di piastrelle.
Per crearne i decori, Bisazza ha collaborato con noti designer come ad esempio Tom Dixon, Jaime Hayon, India Mahdavi, Paola Navone, Carlo Dal Bianco e David Rockwell.
Le piastrelle Cementiles Collection sono proposte in una vasta palette di colori e in due formati: il formato quadrato 20X20 cm e quello esagonale 20X23 cm.
Le cementine ritornano di moda