Nella collezione di poltrone Radar disegnate da Claesson, Koivisto, Rune per Casamania è lo schienale che fa la differenza. Alla seduta che è sempre la stessa si aggiunge lo schienale che, in un crescendo di forme avvolgenti, cambia l’estetica della poltrona declinandola in quattro varianti.
Quando Hay ha chiesto a Doshi Levien di progettare una poltrona ha lasciato al designer massima libertà nell’inventarne la forma. L’unica condizione era che la poltrona fosse comoda, ampia e avvolgente ma anche abbordabile nel prezzo. Il designer ha soddisfatto questa richiesta costruendo la poltrona con una scocca rigida in poliuretano stampato. Questa soluzione ha permesso di limitare al minimo la presenza di cuciture, variabile che negli imbottiti fa lievitare i costi di produzione. Così è nata Uchiwa, una poltrona generosa nelle dimensioni che nelle sue linee molto particolari riprende la forma dei tradizionali ventagli giapponesi. All’interno Uchiwa è ammorbidita da un morbido rivestimento.
Le poltrone Eva Chair e Adam Chair e il divano Paradiset fanno parte della collezione Paradiset disegnata da Kerstin Hörlin – Holmquist nel 1956. L’azienda scandinava Gubi che ha acquisito i diritti per rieditare queste classiche sedute del design modernista le renderà disponibili nell’autunno 2014. I disegni originali sono stati presentati in anteprima alla stampa nel corso delle fiere IMM Cologne e Maison & Objet di Parigi.
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La Loft lounge chair di Shelly Shelly per Bernhardt Design è una poltrona in noce massello di grande eleganza e rigore che mette insieme tratti esili e stilizzati con superfici piane. Frutto della tradizione dell’alta falegnameria e delle tecnologie del design moderno, è costruita con 23 elementi di legno e 11 componenti diversi.
Compas di Patrick Norguet per Kristalia è una sedia impilabile prodotta in PA6 (una plastica particolarmente resistente) utilizzando tecnologie all’avanguardia. Le gambe a V rovesciata in alluminio ricordano un compasso.
Nel caso della Bold Chair di Moustache, il tratto è quello di un pennarello a punta grossa. Lo studio svizzero Big Game che l’ha disegnata rivisita in versione “grassetto” la tradizione della sedia in tubolare di acciaio. I due elementi metallici curvati e incastrati che formano gambe, schienale e seduta sono imbottiti con materiale espanso e rivestiti con una calza removibile intercambiabile.
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Una sottile lamina di rovere naturale sostenuta da una spina dorsale in legno massello forma la seduta/schienale della lounge chair Wing di Werner Aisslinger per Lema. L’appoggio della struttura su quattro gambe in metallo dà alla poltrona un’immagine vagamente retrò.
La sedia CH04 Houdini di Stefan Diez per e15 ha una scocca molto confortevole e avvolgente formata da diversi elementi di multistrato curvato che formano delle sfaccettature. La CH04 Houdini fa parte di un’ampia famiglia di sedute con e senza braccioli, laccate o in legno naturale.
E infine un classico: la poltrona CH28 progettata da Hans J. Wegner nel 1952. Questa poltrona, parente della famosa sedia Sawbuck, è prodotta da Carl Hansen e può anche avere sedile e schienale rivestiti in tessuto o pelle.
Leggera, funzionale e trasportabile, la poltrona Drop di Leonardo Perugi per Cerruti Baleri si trasforma velocemente da poltrona a lounge chair, a day bed, a divano. Nella versione da esterni è anche lettino prendisole. Il bellissimo design che gioca con le forme geometriche è sottolineato dal bianco e nero del rivestimento.
Chama di Mi Jin Park per Lago è una colorata rivisitazione del futon estremamente funzionale che da poltrona o divano diventa in un attimo day bed, chaise longue ma anche letto per gli ospiti.
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