Nello stato di Victoria, all’estremità sud-orientale dell’Australia, lo studio Maynard Architects ha ristrutturato un’abitazione aumentandone i mq. La superficie addizionale è stata ricavata costruendo un nuovo volume distaccato dall’edificio originario e posto nell’area meglio esposta del lotto. La costruzione ha volutamente un aspetto grezzo e non finito da cantiere in corso, con strutture lasciate a vista e materiali che sembrano posati in modo provvisorio sul terreno. I due edifici, quello vecchio e quello nuovo, sono collegati da una sorta di grande navata quasi completamente aperta, caratterizzata da una sequenza di pilastri e capriate che riprendono la sagoma dei corpi chiusi. Questo spazio integra in modo singolare il giardino nella casa permettendo ai proprietari di vivere sempre dentro e fuori. Una soluzione adatta al clima della zona che anche in inverno non arriva mai alle temperature a cui siamo abituati in Europa. L’abitazione è dotata di pareti scorrevoli e serramenti pieghevoli o basculanti che permettono di aprire gli spazi sull’esterno. Tutto l’edificio è stato progettato per rispondere a criteri di sostenibilità e risparmio energetico. Nella zona giorno un volume in legno dai toni biondi integra armadi, spazi contenitivi, cucina ed elettrodomestici.
Il gelato si consuma ormai in ogni momento e in ogni stagione e le gelaterie si moltiplicano in tutte le città facendosi concorrenza con nuove ricette a base di ingredienti inconsueti. Fra questi ingredienti c’è anche il design, fattore diventato ormai importantissimo per aumentare la visibilità del punto vendita e richiamare nuovi clienti. Il design della gelateria Rocambolesc nel centro di Girona è un esempio di grande creatività. Lo studio di Sandra Tarruella ha disegnato l’interno ispirandosi ai fumetti anni ’30 “Profesor Franz de Copenhague” e al libro per bambini “Charlie and the Chocolate Factory” in cui sono narrate le avventure del giovane Charlie Bucket nella fabbrica di cioccolato dell’eccentrico Willy Wonka. Il risultato è uno spazio molto scenografico che ricorda la fantasia dirompente dei set dei film di Tim Burton: la parete color pastello che fa da sfondo è stata allestita come se fosse una complicata macchina, con tubi segnalati in rossi e bianchi e misteriosi ingranaggi e manopole. Il bancone dotato di ruote reinterpreta la tipica forma dei carretti che una volta vendevano i dolci e i gelati agli angoli delle strade e le coppette, i barattoli e le varie confezioni allineate con precisione geometrica sugli espositori diventano elementi decorativi. Un allestimento giocoso e divertente che rievoca con modernità l’atmosfera spensierata del paese dei balocchi.
Villa E è solo uno dei tantissimi progetti realizzati da Studio Ko, uno studio di architettura francese che oltre a Parigi ha sedi anche a Marrakech e a Londra. La villa è posta in un luogo isolato sulle alture della catena montuosa dell’Atlante in Marocco. Gli architetti Karl Fournier e Olivier Marty hanno concepito il progetto architettonico ispirandosi al carattere tipico degli edifici fortificati locali, reinterpretandolo però con uno stile contemporaneo, astratto e minimalista. Le compatte murature in pietra rossiccia che compongono i volumi geometrici dell’edificio sono interrotte da grandi aperture vetrate che garantiscono magnifici scorci sul panorama circostante. Per ottenere un risultato autentico gli architetti si sono avvalsi delle capacità degli artigiani locali e per la costruzione sono stati utilizzati materiali locali dai toni caldi e naturali che si armonizzano perfettamente con il sapore e i colori del territorio. All’interno tutti gli spazi sono arredati in modo sobrio ma molto sofisticato ricreando negli ambienti tanti angoli ricchi di suggestiva atmosfera che evocano un grande senso di pace, silenzio e tranquillità. Lo Studio Ko ha realizzato moltissimi progetti nell’ambito residenziale e pubblico per clienti privati e importanti aziende anche del settore del lusso. Ogni progetto è concepito nel pieno rispetto della storia e della cultura del luogo dove è inserito, valorizzando ove possibile il carattere e i gli elementi preesistenti ma realizzando però sempre qualcosa di unico.
Per più di 100 anni il penitenziario di Pentridge accolse fra i suoi “ospiti” (…si fa per dire!!) anche personaggi illustri. Nel 1997 questa prigione australiana non lontana da Melbourne venne chiusa e tutta l’area fu convertita in un complesso residenziale che prese il nome di “Pentridge Village”. Nel cuore di questa nuova residenza urbana ha aperto il caffè Jury che con il suo nome rievoca la storia del luogo. Nonostante i trascorsi non proprio allegri della location ancora testimoniati dalla presenza di murature grigie, il caffè ha un’atmosfera luminosa, allegra ed informale. Per l’allestimento degli interni e per gli arredi sono stati ampiamente utilizzati materiali grezzi e naturali; in particolare il filo conduttore che ricorre in tutto lo spazio è una struttura di rivestimento fatta di legno compensato biondo la cui geometria è evidenziata da partizioni verniciate in colori vivaci. Inoltre l’interno è piacevolmente decorato dalla presenza di piante cascanti che vivacizzano gli scaffali e il bancone bar. Il progetto di interior design del Caffè Jury è opera di Jean-Pierre Biasol che prima di fondare il suo studio di design a Melbourne, ha cominciato la sua carriera in Italia.