Il nuovo hotel quattro stelle NH Collection Piazza Carlina ha recentemente aperto i battenti dopo un lungo periodo di attenta ristrutturazione. Il nobile palazzo secentesco che ospita l’hotel si affaccia su una delle più belle piazze storiche di Torino, la piazza Carlo Emanuele II che i torinesi sono abituati a chiamare piazza Carlina. Fra il 1914 e il 1921 qui c’era l’appartamento dove abitò Gramsci, il fondatore del Partito Comunista; per questo due stanze dell’edificio ospiteranno la Fondazione Studi Gramsci con la sua biblioteca. L’hotel NH collection Piazza Carlina dispone di centosessanta camere e due suite sobrie ed essenziali impreziosite da soffitti a cassettoni ed è caratterizzato da un’atmosfera francese e da una scenografica corte interna dove l’architettura d’epoca convive con interventi high tech: una intelaiatura in acciaio e vetro veste le due facciate laterali interne i cui cristalli sono schermati da tende grigie che proteggono dai raggi solari. Classicità e modernità convivono anche nella reception, arredata con un lungo tavolo dalle linee minimali e contemporanee e pezzi di design. Negli eleganti interni con pavimentazione in antico parquet i toni dominanti del grigio contrastano con colori sofisticati come il rosa e il blu polvere. Sulla terrazza sul tetto è stato creato un grande orto dove lo chef del ristorante Carlina posizionato al piano terra coltiva la frutta e la verdura che utilizza per la preparazione dei suoi piatti. Molte stanze dell’hotel e in particolare l’area fitness godono di una splendida vista sulla collina e sulla Mole, l’edificio simbolo di Torino.
Reception hotel NH collection piazza Carlina, Torino
Interni NH collection piazza Carlina, Torino
Terrazza hotel NH collection Piazza Carlina, Torino
A Londra lo studio West Architecture ha trasformato gli spazi di una ex chiesa metodista in una casa/studio. La decorazione total white dell’interno e l’arredamento molto essenziale conserva anche dopo l’intervento un’atmosfera suggestiva e ascetica che trasmette tranquilla serenità. Nello spazio tutto aperto e a doppia altezza è stato inserito un soppalco costruito in legno compensato di betulla che ospita la zona notte. La struttura del soppalco è formata da una fitta orditura di travi ed è ancorata alle murature e al tetto con tiranti di acciaio a vista. La scala è un nastro sospeso di acciaio piegato non trattato.
Quando si tratta di convertire un edificio industriale in unità abitative, la sfida più complessa per il progettista è identificare la soluzione progettuale più corretta per sfruttare uno spazio che, essendo stato concepito per un’altra destinazione d’uso, ha grandi altezze rispetto alla superficie. Questo è esattamente il caso del progetto che descriviamo in questo post. A Milano, a fronte del frazionamento dell’ampio volume di una ex fabbrica in porzioni di metratura più contenuta, si sono ottenuti spazi con una larghezza di soli cinque metri a fronte di una altezza massima di ben nove metri. Per ricavare la metratura necessaria ad una comoda abitazione l’architetto Victor Vasilev, che ha firmato una delle nuove unità, ha quindi sfruttato l’altezza creando dei soppalchi studiandone accuratamente i collegamenti verticali. Il soppalco al livello superiore è stato dedicato alla zona letto padronale mentre sul soppalco sottostante ci sono le altre camere da letto. Il progetto architettonico preserva il carattere industriale dello spazio con vedute che enfatizzano l’ampiezza dello spazio e mantiene visibili le colonne in cemento armato. Inoltre sono stati utilizzati materiali industriali come il ferro e il cemento che sono stati scaldati inserendo rivestimenti e arredi fissi in rovere.
Come nella moda anche nella decorazione di interni i colori sono tornati di attualità. Scegliere i colori e abbinarli in modo equilibrato dosando l’ampiezza delle campiture è però più difficile di quanto sembri anche perché, oltre all’estetica, ci sono altri fattori da considerare. Occorre valutare bene le caratteristiche e l’illuminazione dello spazio e conoscere la grande influenza che i diversi colori esercitano sul nostro stato d’animo. Gli “approcci” al colore sono tantissimi: dagli abbinamenti di colori neutri giocando con le gradazioni tono su tono alla scelta di una tinta vivace utilizzata con misura solo negli arredi o nei complementi per punteggiare l’ambiente, ai contrasti fra colori caldi e freddi fino ad arrivare ad un uso più coraggioso di tonalità accese e inconsuete. L’approccio adottato dallo studio Apos 2 è sicuramente quest’ultimo. Infatti la forte identità che caratterizza gli uffici di Bangkok di questo studio di design multidisciplinare è tutta incentrata sul colore… anzi su tre colori: il rosso, il giallo e il blu. Questi colori primari sono stati utilizzati uno alla volta in modo dirompente per vestire i tre livelli dell’edificio: rosso al primo piano nell’ingresso, nella reception e nel bar per accogliere gli ospiti con un benvenuto allegro ed energetico, blu nelle sale del secondo piano per creare un ambiente rilassante che favorisca il buon esito delle riunioni e infine giallo al terzo piano per favorire la creatività. Le scale che collegano i livelli sono il luogo dove avviene il passaggio da un colore all’altro: sull’alzata di ogni gradino la tinta del piano inferiore si trasforma gradatamente nella cromia che verrà scoperta al piano superiore. Grazie al contrasto con il bianco delle murature, negli ambienti il colore acquista una grande forza segnando in modo monocromatico tutti gli arredi, gli oggetti, le tende e i quadri. Grazie al protagonismo del colore, gli interni di Apos 2 hanno sicuramente un grande impatto. Una scelta molto audace che privilegia l’estetica alla vivibilità dell’ambiente. Trattandosi infatti di uffici, mi chiedo se le persone dopo aver lavorato tutto il giorno in questa full immersion di colori accesi non soffrano alla sera di qualche fastidioso effetto collaterale.