Gli effetti optical esercitano un’attrazione irresistibile per l’occhio.
Questi particolari disegni discendono dall’Optical Art, un movimento di arte astratta legato all’Arte Cinetica e all’Arte Costruttivista che iniziò negli anni ’60.
Nel corso del decennio successivo questa corrente si sviluppò e contaminò la moda e la decorazione.
All’inizio l’optical art, o Op Art, utilizzò solo il bianco e nero, poi si allargò ai colori.
I motivi geometrici optical creano delle illusioni ottiche che provocano uno stato di instabilità percettiva capace di attrarre e coinvolgere l’osservatore.
Benché siano in due dimensioni, i motivi danno l’effetto del movimento oppure nascondono altre immagini o ancora creano delle deformazioni tridimensionali.
Ad esempio la carta da parati Down the rabbit hole di Moustache gioca sulla prospettiva per creare sulla parete l’illusione ottica di una scalinata che scende in una galleria.
I due tappeti per esterni Twist Shout e F3 di Vondom creano l’uno con delle curve concentriche, l’altro con una griglia di linee l’effetto ottico di un avvallamento nel pavimento.
La sedia pieghevole in compensato Op Art Circle è dedicata proprio ad uno dei motivi simbolo dell’Optical Art: i cerchi concentrici bianchi e neri.
La sedia fa parte della serie Fläpps Folding Chair di Ambivalenz.
Il motivo black and white del tessuto da parati DE-23 della collezione Crazy Paper di Momenti crea un effetto tridimensionale molto dinamico che quasi ipnotizza.
Nel decoro DA-03 sono le sfumature di colore e i colpi di luce a ingannare l’occhio creando un effetto geometrico di grande profondità.
Il decoro DA-03 (foto sopra al titolo dell’articolo) è invece un tripudio di colori e di forme geometriche.
I tessuti Crazy Paper di Momenti sono realizzati con filati speciali di fibre di vetro molto sottili, ottenute in fusione a una temperatura di 1400°C. Le fibre così ottenute mantengono, anche nei tessuti, le caratteristiche chimiche e fisiche del vetro.
I tessuti sono ignifughi e fonoassorbenti, garantiscono la traspirabilità della parete e, sfruttando la resistenza meccanica delle fibre di vetro, offrono un’ottima protezione contro le fessurazioni e le crepe di assestamento delle pareti.
Sono ecologici e igienici, resistenti agli urti, agli strappi e alle abrasioni e non si danneggiano a contatto con i detersivi e i disinfettanti.
Motivi optical : la geometria che inganna l’occhio
Si sa che i colori hanno una grande influenza sulle nostre emozioni e sui nostri stati d’animo.
Nel design degli interni, la nostra percezione di uno spazio può cambiare completamente a seconda del colore utilizzato per la decorazione.
Il colore è capace di influenzare notevolmente la percezione di un marchio quindi è essenziale anche in termini di marketing e strategie pubblicitarie.
Tanto è vero che la particolare branca del neuromarketing studia come determinati colori possono coinvolgere e stimolare i consumatori all’acquisto meglio di altri.
I colori delle vetrine e delle pareti dei negozi sono molto rilevanti per sollecitare determinate emozioni e comportamenti nelle diverse fasi di acquisto.
Il colore è quindi una componente essenziale della brand identity, un simbolo della storia e dei valori della marca:
la visione di quel colore richiama immediatamente nella mente del consumatore una serie di emozioni e ricordi legati al brand e ai suoi prodotti.
Nel packaging il colore è una componente essenziale perché il tempo impiegato dal consumatore per dare un giudizio sul prodotto è limitato quindi l’impatto e l’immediatezza del colore giocano un ruolo fondamentale nella scelta.
Nel settore del lusso, ci sono brand che sono riusciti ad appropriarsi di un colore facendolo diventare un vero e proprio marchio.
E’ ad esempio il caso di Tiffany che ha fatto sua una particolare tonalità di blu tendente al verde, un mix tra il turchese e l’acquamarina.
Questa particolare nuance è diventata il colore iconico della marca, tanto da essere denominata “Tiffany Blue“.
Tiffany utilizza il Tiffany Blue, tecnicamente il Pantone con codice PMS 1837, per definire il suo intero universo:
tutti i prodotti, dai diamanti ai profumi, si identificano completamente in questa nuance che è diventata sinonimo di eleganza ed esclusività.
Dopo essere apparso sulla copertina del Blue Book, il catalogo della collezione annuale dei gioielli artigianali di Tiffany pubblicata per la prima volta nel 1845, il Tiffany Blue è stato utilizzato per le shopping bag, nella pubblicità e per i materiali promozionali della Maison.
Poco dopo nasce la mitica Tiffany Blue Box (che è un marchio registrato) che diventa un’icona mondiale del lusso e dell’esclusività a tal punto che sulla rivista The New York Sun nel 1906, avrebbe dovuto apparire questo messaggio:
“Tiffany ha in negozio una cosa che non si può comperare per nessuna cifra, si può solo ricevere in regalo: una delle sue scatole”.
Alcuni studi dicono che la visione del colore Tiffany Blue e della Tiffany Blue Box abbia addirittura il potere di accelerare il battito cardiaco.
Un altro caso molto noto è quello di Hermès.
La particolare gradazione di arancione che veste le Birkin, i mitici foulard e domina negli allestimenti delle boutique… pensate un po’… inizialmente fu utilizzato come ripiego!
Nel ’45 il nipote del fondatore della Maison Hermès, Émile-Maurice Hermès, a causa della seconda guerra mondiale non riuscì ad approvvigionarsi delle scatole che il marchio usava per confezionare i propri prodotti.
Non trovando quelle fatte in carta granulata color crema simile alla pelle di cinghiale, dovette ripiegare su delle scatole di un color arancione intenso.
Questa tonalità divenne in breve tempo l’icona simbolo del marchio nota in tutto il mondo.
Nel 1994 Hermès ha ricevuto l’Oscar del packaging per le sue scatole pieghevoli.
A partire dal 1996 l’arancione si estende a tutti i packaging Hermès (precedentemente le scatole dei bijoux erano grigi e quelle degli articoli Art de la Table erano verdi).
Per confezionare tutti gli oggetti del desiderio della Maison, attualmente sono in uso oltre 700 tipi e dimensioni di scatole.
Un’ultima curiosità: il nastro marrone caratterizzato dal punto sellaio lungo i bordi che chiude le confezioni Hermès si chiama “Bolduc” ed è in uso dal 1949.
Tiffany e Hermès : le scatole più famose del mondo
Sulla base dei risultati della ricerca condotta dal Pantone Color Institute ogni anno Pantone, il brand che detta le tendenze in fatto di colori, elegge la tonalità cromatica che sarà più in trend.
Il colore del 2018 è il Pantone 18-3838 Ultra Violet, un tono di viola deciso che viene descritto da Pantone come “provocante e riflessivo che comunica originalità, ingegno e pensiero visionario che ci indirizza verso il futuro”.
Questa particolare tonalità di viola che vira sui toni del blu richiama gli spazi infiniti del cielo notturno e gli enigmatici misteri del cosmo.
Storicamente associato a valori mistici e spirituali e più recentemente alle pratiche di mindfulness, questo audace punto di viola che nasce dall’incontro del rosso e del blu ricorda il colore scelto da Prince per il suo album Purple Rain.
Secondo Pantone la previsione che Ultra Violet farà tendenza è avvalorata dal fatto che questa tonalità di viola è già stata scelta da alcune aziende innovative principalmente del settore high-tech.
I colori hanno il potere di comunicare messaggi e significati che influenzano profondamente l’essere umano.
Per questo le previsioni sulle tendenze cromatiche di Pantone sono un’indicazione strategica molto utile per le marche e per tutti i professionisti che si occupano di design, moda, grafica e decorazione di interni.
San Valentino con ILARIA.I
ABC LOVE di ILARIA.I è una collezione di oggetti per la tavola che sembra fatto apposta per festeggiare San Valentino.
I piatti, i vassoi e le tazze sono decorati a mano libera con i simboli tipici della festa degli innamorati: i grandi cuori e i lettering sono ritagliati in allegre texture geometriche declinate nei colori rosso, blu, giallo e verde.
Le trame grafiche dei disegni riflettono la passione per i tessuti della designer Ilaria Innocenti, fondatrice del brand ILARIA.I
Il tema predominante che caratterizza il design di interni del ristorante giapponese Koi di Aix-en-Provence nel sud della Francia è la grafica ispirata ai tatuaggi della mafia yakuza.
Le complesse illustrazioni in bianco e nero di Claire Leina che avvolgono interamente alcuni ambienti rivestendone il pavimento, i muri e il soffitto ritraggono tigri, dragoni, fogliame e inflorescenze insieme alla carpa koï che nella tradizione giapponese è simbolo di amicizia e buona sorte.
Per dare protagonismo al tema grafico che ricorre in tutti gli ambienti del ristorante, il progetto di interni firmato da Vincent Coste gioca con i toni neutri di pochi materiali: il cemento grigio, le murature e i controsoffitti bianchi sono scaldati dal tono biondo venato del legno grezzo utilizzato per alcune porzioni della pavimentazione e ripreso nella boiserie che protegge la parte inferiore dei muri. Fra gli arredi, tutti disegnati su misura da Vincent Coste appositamente per il ristorante giapponese Koi, spiccano le panche ricavate da lunghi tronchi d’albero e le sedute metalliche color rosso lacca, unica nota di colore che irrompe negli ambienti dai toni neutri. Lo stesso colore acceso è ripreso dal grande lavabo del bagno caratterizzato da una originale forma organica.
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