Gio Ponti è stato uno dei maggiori architetti e designer italiani del XX secolo.
Il grande maestro era un estimatore dell’artigianato italiano a cui riconosceva valori unici.
Tra la fine degli anni ’40 e gli inizi degli anni ’70 Gio Ponti visitò spesso Salerno.
Durante i soggiorni in questa città frequentò il laboratorio della ex Ceramica D’Agostino di cui ammirava le produzioni.
Per l’Hotel Parco dei Principi di Sorrento, nei primi anni ’60 l’architetto disegnò la collezione “Blu Ponti”.
I 33 decori bianchi e blu reinterpretavano l’arte ceramica tipica del territorio con disegni geometrici e naturalistici in tante varianti.
Dopo quasi sessanta anni gli Eredi Ponti hanno concesso la licenza esclusiva per la riproduzione della collezione “Blu Ponti” all’azienda Ceramica Francesco di Maio.
Oltre alla riedizione della versione originale sui toni del blu, l’azienda propone la collezione anche nei quattro colori verde, giallo, nero e rosso nei formati 20×20 cm e 53×53 cm.
Le cinque tonalità possono essere utilizzate separatamente oppure in combinazioni miste.
La collezione di maioliche Blu Ponti è espressione della qualità del fatto a mano Made in Italy.
Collezione di maioliche Blu Ponti di Gio Ponti
L’elegante poltrona D.154.2 fu disegnata da Gio Ponti per Villa Planchart, la residenza che l’architetto italiano progettò nel 1953 per i collezionisti Planchart. La villa, ritenuta da Gio Ponti come “Opera maestra”, fu concepita per integrarsi nel paesaggio circostante: l’edificio ricorda le forme di una farfalla che, dopo aver attraversato l’oceano atlantico, si posa dolcemente sulla cima della collina che sovrasta Caracas. Anche le linee svasate della poltrona D.154.2 ricordano questa immagine. Oggi la bellissima seduta viene prodotta da Molteni con scocca in poliuretano rigido e controscocca in poliuretano morbido completato da un cuscino rivestito in una ampia gamma di tessuti.
Giò Ponti progettò Livia nel 1937 per la Facoltà di Lettere “Livianum” dell’Università di Padova, una sedia molto semplice con le gambe posteriori che allargandosi si raccordano nello schienale leggermente curvato. L’Abbate l’ha rieditata nel 2005 proponendola in undici colorazioni laccate e tre tinte.
Sempre prodotta da L’Abbate, Framework è un progetto decisamente più recente di Atelier Steffen Kehrle. Ridotta all’essenziale come se fosse disegnata con un unico tratto che senza interruzioni percorre le gambe, il sedile e lo schienale, Framework è costruita in legno di faggio massiccio con sedile in compensato ed è laccata opaca in vari colori.
Realizzata partendo da un pannello di multistrato, Stratos di Francesco Faccin per Danese ha un disegno molto pulito e leggero. Gli elementi che compongono la struttura sono uniti con incastri a vista che mettono in evidenza la particolarità del materiale.
HASHTAG
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Per la Triennale di Milano del 1960 Giò Ponti e Alberto Rosselli crearono una mattonella in ceramica lucida con una forma particolare caratterizzata da quattro curve. Con le tecnologie di oggi Marazzi Tecnica la ripropone con Progetto Triennale.
Le piastrelle di ceramica Kostka disegnate dallo studio polacco Designlab riprendono la forma del pavè utilizzato per le strade.