Dopo essersi laureata nel 2005 in 3D design e design del gioiello alla Loughborough University e aver fatto importanti esperienze come freelance a Londra, Parigi e Amsterdam, nel 2008 Sarah Kelly fonda la marca Saloukee. I suoi gioielli sono dei piccoli capolavori di carta di altissima qualità, molto elaborati e scenografici, realizzati con una moltitudine di pieghe fatte a mano, tagli al laser e rivettature.
I gioielli Falabrac si ispirano alla natura. Le strutture del fondo marino e la morbidezza delle nuvole vengono interpretati con forme, colori e materiali molto moderni. I gioielli, concepiti come piccole architetture, vengono disegnati e poi finalizzati con tecnologie digitali di modellazione 3D. Nonostante questo approccio tecnologico, nel corso della realizzazione vengono anche utilizzate tecniche artigianali.
Yoko Izawa realizza i suoi gioielli rivestendo forme di acrilico e polipropilene con una maglia elastica di nylon creando così un effetto di velatura. Con questa tecnica l’artista crea oggetti che non rivelano immediatamente la loro natura ma conservano qualcosa di sfuggente, un lato misterioso fatto di ambiguità e transitorietà. Concetti che derivano dai valori della cultura e delle credenze religiose giapponesi, in contrapposizione con il desiderio di certezza della società moderna. Yoko Izawa è nata a Kyoto ma vive e lavora a Birmingham. I suoi sofisticati e bellissimi gioielli sono stati esposti in molte gallerie in UK e in molti altri Paesi.
Al Fuorisalone di Milano in zona Tortona abbiamo visto i gioielli di Tomoko Tokuda, una designer giapponese che restituisce nuova vita a vecchi orologi. L’idea nasce quando per caso ne trova alcuni in una scatola impolverata ad un mercato delle antichità e ne rimane affascinata. I gioielli sono fatti recuperando quadranti e ingranaggi che vengono poi riassemblati e completati con altri materiali. Nata a Tokyo, Tomoko Takuda si trasferisce da piccola a Milano, studia storia dell’arte all’università di Grenoble e moda a Parigi per poi tornare nuovamente a Milano. Il fascino dei suoi pezzi unici viene dalla bellezza antica dei componenti uniti però con gusto contemporaneo.
Con l’arrivo del sole primaverile (speriamo!!) si moltiplicano nelle vetrine gli occhiali con montatura in legno, prodotti ormai da molte aziende in tutto il mondo con tecniche artigianali e macchinari computerizzati e con finiture per renderli resistenti al sudore e ai raggi UV. L’italiana Vision Wood di Positano utilizza legni pregiati come l’ebano, il wengé, lo zebrano e il frassino. L’americana Capital di San Francisco utilizza legno di ciliegio di origine nazionale. Rolf Spectacles, azienda austriaca basata in Tirolo, li produce anche in bamboo. Poi ci sono anche quelli di Shwood di Portland e della francese W/SÜN.