Armure è una clutch bombata con superficie mossa da placche ovali rialzate. Nel disegnarla Odoardo Fioravanti si è ispirato alla conformazione delle pigne e dei gusci corazzati di alcuni frutti. La forma geometrica di questa pochette diventa ancora più moderna grazie al materiale tecnologico, resistente e leggero di cui è fatta, il Nylon, che viene plasmato con il processo produttivo della stampa 3D. Armure ha apertura nascosta, è dotata di tracolla a catenella ed è declinata in quattro colori. La pochette è prodotta da Maison 203, l’azienda di “artigianato digitale” dei designer Orlando Fernandez Flores e Lucia De Conti che impiega la stampa 3D come “materia prima” ed esegue poi le rifinizioni a mano. Accanto agli accessori fashion, Maison 203 produce con queste tecniche anche numerose collezioni di gioielli, avvalendosi in fase di creazione di collaborazioni con designer provenienti da esperienze diverse.
Danit Peleg ha speso 2.000 ore per stampare la sua collezione di abiti. Sì… stampare…avete letto bene, perché gli abiti di Danit non sono fatti di tessuto ma sono interamente realizzati con una stampante 3D “casalinga”. Gli abiti sono composti da filamenti che formano una rete geometrica elastica e resistente che prende la forma delle curve del corpo con un effetto di trasparenze ultra femminile simile a quello del pizzo. L’elasticità del materiale asseconda i movimenti con un sorprendente effetto a rimbalzo. Per arrivare a questi risultati, la giovane designer diplomata allo Shenkar College of Engineering and Design in Israele ha effettuato esperimenti con la tecnologia della stampa 3D collaborando con gli esperti del settore di TechFactory Plus e XLN community e poi ha progettato gli abiti utilizzando un software per la modellazione digitale. Un progetto complesso e visionario che apre nuove frontiere nel settore della moda: chissà se in futuro si potrà partire senza valigia e stampare al momento il vestito che serve in hotel oppure scaricare i file dal computer e realizzare da soli a casa il proprio guardaroba? Per saperne di più, guardate il video qui sotto.
Sicuramente conoscete Pleats Please, la collezione di abiti del maestro giapponese Issey Miyake realizzati con tessuti in poliestere di altissima qualità caratterizzati dalla plissettatura verticale. Una collezione che da anni ormai ha grande successo, non solo per l’eleganza e la particolarità del tessuto, delle stampe e dei colori ma anche per la sua grande praticità. Gli abiti della collezione sono infatti leggeri e confortevoli, si lavano in lavatrice, non si stropicciano e non richiedono stiratura.
Lo scorso anno, in occasione del 20° anniversario del brand Pleats Please, era stata realizzata “Flowers”, una serie di immagini che evidenziavano il grandissimo potenziale del particolare tessuto plissettato insieme all’interesse della marca per l’ambiente. Questi visual avevano vinto il primo premio della categoria Design del 92′ New York Art Directors Club Award. Quest’anno la nuova serie di visual è intitolata “Animals” ed è creata con la direzione creativa del graphic designer Taku Satoh.
La designer Dana Hakim è costantemente alla ricerca di nuove forme per esprimersi con i suoi gioielli in modo inedito. L’ispirazione viene guardando la realtà da una prospettiva diversa per creare associazioni fra cose anche molto differenti fra loro. In questo modo anche gli strumenti e i materiali utilizzati ogni giorno nel suo lavoro possono trasformarsi assumendo nuovi significati. Probabilmente è per questo motivo che le sue realizzazioni sono una molto diversa dall’altra, nei colori, nelle forme e nei materiali. Il risultato sono oggetti curiosi che al primo sguardo non rivelano esattamente di che cosa sono fatti, delle piccole sculture che assemblano molti elementi lavorati e decorati con tecniche diverse.
A cavallo fra moda, arte e architettura, le scarpe della fashion designer Winde Rienstra non passano inosservate. Nate dalla sperimentazione di forme complesse realizzate con tecnologie moderne, queste calzature sono pensate per ornare il corpo umano con volumi scultorei tridimensionali. Il design sopra le righe è futuristico e nostalgico al tempo stesso e i materiali (mattoncini del LEGO, cartone e bamboo) sono inusuali per il settore. I progetti di Winde Rienstra rispecchiano i valori della “slow fashion”, un nuovo modo di fare moda che si contrappone ai trend passeggeri puntando su atemporaneità, unicità, attenzione per i dettagli, qualità, artigianato e lavoro manuale. Winde Rienstra ha collaborato all’iniziativa Cream LAB#2 che ha avuto luogo durante la Design Week 2014 di Milano.
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