La produzione artigianale di Françoise Delaire spazia dalle sculture, ai bijoux alle lampade e ai quadri. Il design leggero ed evanescente è ispirato alla natura e riprende le forme delicate delle corolle dei fiori e delle cascate di boccioli. I pezzi sono costituiti da elementi realizzati con tubolari di rete sintetica che vengono prima tagliati e plasmati manualmente e infine assemblati. La leggerezza, l’elasticità e le trasparenze della rete sintetica permettono di creare forme e volumi morbidi e impalpabili.
Dopo essersi diplomata alla scuola ESMOD, nel 1995 la stilista Françoise Delaire ha aperto il suo atelier a Clermont-Fd per occuparsi principalmente della realizzazione di abiti. Grazie alla sperimentazione di materiali differenti, l’attività di Françoise si apre successivamente al mondo della decorazione e dell’arte.
Le creazioni di Françoise Delaire, realizzate unicamente in pezzi unici o in serie limitata, sono state esposte all’ultima edizione del salone parigino Maison&Object appena conclusasi.
La poltrona LC2 di Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand, il divano Marshmallow di George Nelson e Irvin Harper, la sedia Hill House di Charles Rennie Mackintosh, il prototipo della sedia a dondolo Lullaby No. 10 di Michael Thonet: tutti gli appassionati di design vorrebbero possedere almeno una di queste sedute che hanno fatto la storia del design.
Per poterle avere tutte c’è “10 chaises”, il bellissimo libro pop up di Dominique Ehrhard che le riproduce in formato mignon 3D. Grazie a ingegnosi meccanismi cartotecnici, nel libro i modelli miniaturizzati di dieci fra le più famose sedute di tutti i tempi prendono magicamente forma ad ogni apertura di pagina.
Con il suo formato ridotto (15 X 14,5 cm), questo volume pop up è una vera e propria collezione tascabile corredata nelle ultime pagine dalla biografia di ogni progettista.
E se state già pensando al Natale, il libro “10 chaises” di Editions Les Grandes Personnes potrebbe essere un regalo originale da fare ad un amico appassionato di design.
La poltrona Husk con schienale alto disegnata da Marc Thorpe per Moroso ha un design semplice ma un’immagine imponente che ricorda la maestosità di un trono. La poltrona è costituita solo da due elementi, una “corona” semicircolare che circonda una seduta dal bordo frontale arrotondato.
L’elemento semicircolare che protegge la seduta come una sorta di paravento circoscrive quasi in modo architettonico “uno spazio nello spazio” e traccia così un preciso confine fra pubblico e privato.
Husk è realizzata con una struttura in acciaio su cui è messo in tensione il filato colorato utilizzato per le reti da pesca ed è declinata in diverse versioni che presentano differenti altezze dello schienale fino ad arrivare a quella più “aperta” con schienale molto basso.
Husk fa parte di m’afrique, una collezione di arredi tutti lavorati a mano che interpreta lo stile etnico in modo molto contemporaneo.
Oltre al design di arredi, lo studio Marc Thorpe Design fondato nel 2005 dall’architetto e designer industriale Marc Thorpe, sviluppa anche progetti di interior design, media digitali, design grafico, product design, design di punti vendita ed esposizioni. Per sfruttare tutto il potenziale dei progetti, il team dello studio collabora con artisti digitali, designer interattivi, designer di new media, tecnici del suono e delle luci ed esperti di social media.
Il tema predominante che caratterizza il design di interni del ristorante giapponese Koi di Aix-en-Provence nel sud della Francia è la grafica ispirata ai tatuaggi della mafia yakuza.
Le complesse illustrazioni in bianco e nero di Claire Leina che avvolgono interamente alcuni ambienti rivestendone il pavimento, i muri e il soffitto ritraggono tigri, dragoni, fogliame e inflorescenze insieme alla carpa koï che nella tradizione giapponese è simbolo di amicizia e buona sorte.
Per dare protagonismo al tema grafico che ricorre in tutti gli ambienti del ristorante, il progetto di interni firmato da Vincent Coste gioca con i toni neutri di pochi materiali: il cemento grigio, le murature e i controsoffitti bianchi sono scaldati dal tono biondo venato del legno grezzo utilizzato per alcune porzioni della pavimentazione e ripreso nella boiserie che protegge la parte inferiore dei muri. Fra gli arredi, tutti disegnati su misura da Vincent Coste appositamente per il ristorante giapponese Koi, spiccano le panche ricavate da lunghi tronchi d’albero e le sedute metalliche color rosso lacca, unica nota di colore che irrompe negli ambienti dai toni neutri. Lo stesso colore acceso è ripreso dal grande lavabo del bagno caratterizzato da una originale forma organica.