All’interno di un cortile di Milano, l’architetto Stefania Micotti ha ristrutturato un fabbricato su due piani che era precedentemente adibito a carrozzeria.
Nonostante la natura industriale e l’aspetto grezzo, l’edificio aveva un grande potenziale e si prestava molto bene a diventare un’abitazione.
Gli elementi architettonici tipici dei fabbricati industriali come le grandi finestre e il disegno della facciata sono stati conservati a testimonianza della precedente destinazione d’uso.
All’interno, il ferro della grande trave a vista originale è stato ripreso nei nuovi infissi caratterizzati da un disegno a quadri tipico delle officine.
Nella zona cucina è stata progettata una griglia metallica verniciata di bianco che crea la struttura portante per gli arredi e gli elettrodomestici.
Inoltre la griglia salendo fino al soffitto costituisce un ancoraggio per i faretti.
Per addolcire il carattere industriale dello spazio, la pavimentazione in cemento con finitura naturale del living è stata accostata nella zona cucina a piastrelle esagonali dal sapore retrò.
Delle classiche piastrelle diamantate sono state invece utilizzate nel rivestimento dei bagni.
Il carattere dello spazio è stato reso più caldo e domestico con mobili realizzati su misura in una essenza chiara.
Inoltre l’arredamento è un mix eclettico di pezzi di modernariato, antiquariato e vintage.
Il ferro torna anche nella scala a chiocciola che sale al livello superiore, dove la pavimentazione della zona notte è in legno.
Da questo livello si accede al terrazzo che è parzialmente riparato da una struttura scenografica.
Da carrozzeria a moderna abitazione eclettica
Lo studio di Brooklyn GRT Architects ha creato la collezione di piastrelle tridimensionali Flutes and Reeds per il brand ungherese Kaza Concrete.
La collezione si ispira alla magnifica architettura dei templi della Grecia e dell’antica Roma, in particolare ai fregi e alle scanalature che ne ornavano le colonne (foto sotto).
Gli architetti dell’antichità utilizzavano il motivo scanalato verticale per esaltare l’altezza delle colonne rendendo così i templi ancora più maestosi.
Questa tecnica decorativa rispondeva a precise regole che si basavano su un attento studio delle proporzioni.
Le piastrelle in cemento della collezione Flutes and Reeds hanno una forma triangolare e presentano rilievi concavi e convessi.
Ogni triangolo costituisce la sezione di una colonna scanalata.
Quando i triangoli sono disposti in modo regolare si ottengono superfici “rigate” di grande suggestione che evocano l’architettura classica.
Ruotando invece le piastrelle triangolari di 120 o 240 gradi si ottengono effetti estetici tridimensionali più movimentati, fino ad arrivare a composizioni astratte e molto moderne.
Come si vede dalle immagini, gli effetti estetici che si possono ottenere con i moduli della collezione Flutes and Reeds sono pressoché infiniti.
Mettendo insieme la geometria 2D e 3D, la collezione Flutes and Reeds crea una connessione molto interessante fra classicità e modernità.
La collezione include quattro tipologie di moduli tridimensionali declinati in diverse colorazioni.
Rivestimenti 3D ispirati all’architettura classica
In questo articolo presentiamo alcune novità di Bonaldo che nascono dalla collaborazione avviata con il designer francese Fabrice Berrux.
La prima è Cabinet de Curiosité, una libreria componibile dal design molto particolare che si compone di sei moduli differenti accostabili liberamente.
L’ispirazione nasce chiaramente dall’architettura, con moduli che costituiscono delle facciate con un numero variabile di nicchie ad arco.
Fabrice Berrux spiega così la genesi del progetto che nasce dal ricordo del nonno:
“Questa libreria è un omaggio al mio nonno parigino. Nel suo appartamento, una stanza mi affascinava più di qualsiasi altra.
Era quella che lui occupava la sera fino a notte fonda: il suo studio, o meglio la sua camera delle meraviglie, il suo cabinet de curiosité.
Un luogo per la riflessione, la creazione e i ricordi, dove si mescolavano libri, quadri, maschere, sculture e mille altri oggetti ‘indispensabili'”.
La seconda novità è Panorama, una collezione di imbottiti caratterizzata da linee decise enfatizzate da impunture.
Tutto il sistema si basa sulla figura geometrica esagonale che dà luogo come unità di base al pouf.
Con l’aggiunta di braccioli e schienale, il pouf si trasforma in poltrona.
Il divano è una elaborazione della stessa forma geometrica.
Infine, sempre di Fabrice Berrux, mostriamo la poltrona Stone.
In questo caso l’ispirazione viene dalla natura. I tagli e le rotondità della scocca riprendono le forme irregolari delle rocce e dei tronchi d’albero.
La poltrona Stone, rivestita in pelle o ecopelle, può essere personalizzata con tre diverse basi:
in tondino di metallo, con quattro gambe in legno di frassino oppure con base in legno girevole.
Nuovi prodotti Bonaldo disegnati da Fabrice Berrux
Accanto alle nuove lampade, il brand Astep produce anche alcune icone intramontabili del passato che testimoniano l’eccellenza del design italiano.
In questo articolo ne mostriamo due.
La lampada Model 2065 è una sospensione che riflette l’approccio innovativo di Gino Sarfatti che la disegnò nel 1950.
In quell’epoca le lampade venivano prodotte in vetro.
Sarfatti utilizzò invece il metacrilato, un polimero plastico innovativo per allora decisamente più resistente e leggero del vetro.
La sospensione Model 2065 è composta da due diffusori uniti fra di loro.
La sottile bacchetta di alluminio verniciata di nero che contiene il cavo elettrico sembra trapassare il volume opalescente.
Nonostante l’età, la lampada è ancora oggi molto attuale.
Model 2065, rieditata da Astep nel 2016, è proposta anche con il diffusore superiore rifinito in nero.
Il questo modo il design della lampada diventa più grafico e la luce filtra solo attraverso il diffusore inferiore creando nello spazio una luce più intima.
In entrambe le versioni della lampada la sorgente luminosa è costituita da cinque lampadine a Led.
VV Cinquanta è una famiglia di lampade molto versatili che include le versioni a sospensione, da terra e da muro.
Le lampade furono disegnate nel 1951 da Vittoriano Viganò nel corso della sua collaborazione con il brand Arteluce.
In tutte le versioni i paralumi in metallo di diverse forme e colori possono essere ruotati per direzionare la luce dove serve.
La lampada a sospensione (foto sopra), grazie all’incrocio variabile dei due lunghi steli neri che ruotano sui nodi, ha un’immagine molto grafica e sofisticata.
La versione da muro ha una particolare struttura angolata in ottone che permette di ruotare i riflettori di 350° e di creare un angolo di 160°.
La lampada da terra è caratterizzata da un lungo stelo sottile in alluminio nero. Anche in questo caso il riflettore può essere ruotato ed inclinato.
Tutte le lampade di Astep sono prodotte in Italia.
Lampade icona del design italiano