La poltrona T.54 di De Padova è un pezzo storico che fa parte dell’Archivio di Bonacina 1889.
T.54 ha arredato le case degli anni ’50 e due dei membri dello studio di architettura che la disegnarono nel 1954 furono fra i fondatori dell’ADI, l’Associazione per il Disegno Industriale.
All’interno della struttura circolare in acciaio verniciato gli elementi in midollino intrecciato costruiscono la scocca creando una seduta dalla geometria molto particolare.
La sedia Ubud di Fair Furniture è realizzata a mano a Bali in corda di rattan.
La robustezza della corda permette l’utilizzo della sedia anche in esterni.
Il brand Fair Furniture fa realizzare i propri prodotti in Messico e in Indonesia, garantendo il giusto ritorno economico e le corrette condizioni di lavoro agli artigiani locali e alle loro famiglie.
I materiali naturali, riciclati o riciclabili, hanno provenienza locale e sono selezionati in modo da ridurre al minimo i danni causati all’ambiente.
Per il trasporto sono utilizzati imballaggi sostenibili per creare meno rifiuti e l’utilizzo di prodotti chimici è estremamente ridotto.
La struttura in frassino verniciato della poltroncina Sitar di Saba Italia ha una forma curva aggraziata e confortevole. La seduta in continuità con lo schienale è realizzata con corda nautica intrecciata.
Il nome della poltroncina ha origini persiane: “seh-tar” letteralmente significa tre corde e si ispira allo strumento della musica classica indiana più conosciuto in Occidente.
La poltrona Honey di Atmosphera Creative Lab ha una molto forma accogliente.
Sulla struttura in alluminio, la seduta è intrecciata a mano con fibra termoplastica acrilica Teflon, idrorepellente e facile da pulire.
Il materiale elastico resistente ai raggi UV crea un effetto simile agli intrecci tessili.
Poltrone intrecciate da esterni dal look etnico
Le espressioni e i gesti degli esseri umani sono spesso fonte di ispirazione per i designer.
In questo articolo mostriamo alcuni arredi dotati di “espressività umana”.
I Componibili in plastica disegnati da Anna Castelli Ferrieri per Kartell sono diventati icone del design italiano.
Fabio Novembre li ha reinterpretati nella giocosa versione Smile dedicata ai più piccoli.
Le forature tonde che servono per aprire i Componibili cambiano forma per diventare una faccia sorridente che fa l’occhiolino e che assomiglia alle espressioni stilizzate degli emoji.
Quando è vista dall’alto anche la poltrona Smile di Paola Lenti sembra sorridere.
La fessura curva al centro della seduta imbottita assomiglia ad una bocca.
Oltre alla poltrona, la serie Smile comprende anche un divano a due posti e un pouf-contenitore.
Invece il design della poltrona Lock disegnata da Alessandro Busana per Bonaldo evoca un caldo abbraccio.
La fascia imbottita che si chiude su se stessa come un nastro forma senza soluzione di continuità seduta e schienale.
Questo disegno fluido mette al centro l’uomo ed esprime un senso di protezione e comfort.
Il designer Alessandro Busana commenta così la poltrona:
“Penso che la sensazione di protezione e sicurezza sia qualcosa che cerchiamo sempre. E’ ciò che contraddistingue un luogo accogliente e familiare, come la propria casa, e lo rende diverso da un luogo qualsiasi”.
Design espressivo che comunica messaggi
Il brand online di stampe in edizione limitata Twyla in collaborazione con Sight Unseen ha creato Ratio, una serie di carte da parati di lusso.
I decori delle carte da parati sono stati creati da quattro artisti che hanno dato la loro personale interpretazione delle immagini scattate da quattro fotografi di architettura.
Da questa idea nascono quattro soggetti di grande impatto che decorano gli interni con prospettive visionarie.
Il fotografo di Vancouver Vishal Marapon ha scattato l’immagine a Los Angeles cogliendo solo un dettaglio dell’architettura contemporanea.
L’artista Jessalyn Brooks, che viene dalla musica e dalla danza, si è focalizzata sui colori della fotografia e li ha tradotti in frammenti geometrici di influenza cubista che compongono dei corpi umani stilizzati.
L’ immagine del fotografo francese Matthieu Venot scattata nel sud della Francia coglie il lato grafico di una “porzione” di architettonica urbana.
La scala isolata dal contesto acquisisce un carattere surreale.
Hollister Hovey traduce questa immagine in una grafica dal sapore Art Decò:
le forme colorate e le linee dell’architettura vengono scomposte cambiando posizione in modo astratto e onirico.
Le immagini scattate da Tekla Evelina Severin nel labirinto la Muralla Roja di Ricardo Bofill guardano il mare dall’interno dell’architettura.
Da questa prospettiva le murature si trasformano in una cornice che circonda l’acqua e il cielo.
Ispirandosi agli scatti della fotografa di Stoccolma, lo studio Flora and Form dell’artista Danielle Romero ha creato un soggetto di carta da parati dove lo scorcio inquadrato dalla finestra sul mare si smaterializza in un pattern geometrico minimal.
Nello scatto del fotografo Clemente Vergara l’architettura di un edificio progettato dallo studio MAIO Architects è interpretata in modo geometrico con colori primari.
La pittrice Karina Baia riporta sulla carta da parati l’aspetto astratto della fotografia con forme che rappresentano i pieni e i vuoti dell’architettura.
Ratio Wallpaper by Twyla = fotografia + pittura
Quando si assiste a un’opera teatrale o a un balletto o si visita un museo o una mostra di arte moderna, conoscere i retroscena arricchisce sempre l’esperienza.
Ad esempio, saper collocare un dipinto nel contesto della sua epoca, conoscere la storia del suo autore e la tecnica che ha utilizzato rende l’interpretazione dell’opera più facile.
Nella danza, sapere cosa il coreografo vuole trasmettere o riconoscere i passi e la loro difficoltà tecnica apre un mondo che ci fa apprezzare molto di più lo spettacolo.
Anche se il design ha finalità più concrete rispetto all’arte, è comunque una disciplina che ci si avvicina.
Infatti anche il design è un processo creativo che parte da un concetto o da un’idea del suo autore che poi lo “mette in scena” trovando il modo e i materiali migliori per produrlo.
Quando si tratta di icone del design, sapere qual è stato il percorso per arrivare al prodotto diventa ancora più interessante.
Si scopriranno quali sono state le intuizioni in termini di materiali innovativi e di ricerca di forme e funzionalità nuove.
L’osservazione della natura è una grande fonte di ispirazione per i designer che hanno la capacità di guardare alla realtà da una prospettiva inedita.
Un oggetto può anche nascere dall’evoluzione di un altro oggetto.
O più concretamente, da una necessità della vita quotidiana a cui si cerca di dare una risposta che agevoli il suo utilizzo.
In una sezione del suo sito il brand Vibia suggerisce attraverso l’abbinamento di due immagini qual è stata l’ispirazione dietro alla creazione di alcune delle sue lampade.
Ad esempio, per progettare la lampada North il designer Arik Levy si è ispirato ad un passo di danza.
La leggerezza del lungo braccio danzante della lampada evoca il movimento aggraziato di una ballerina sulle punte (vedi foto sopra).
Come suggerisce il nome, la lampada Flamingo disegnata da Antoni Arola si ispira al volo ad ali spiegate di un uccello.
Il design di Origami di Ramón Esteve e di Fold di Arik Levy prende spunto dall’antica arte orientale della piegatura della carta.
Le forme fluide di Cosmos disegnata da Lievore Altherr Molina ricordano quelle dei ciottoli levigati dal mare.
Invece la cascata di piccole sfere della lampada Algorithm di Toan Nguyen ricorda le gocce di pioggia.
Sapere cosa c’è dietro al design