Avete voglia di decorare tutta la parete ma l’ambiente è piccolo? Una soluzione che a me piace molto in questi casi è creare una composizione utilizzando tanti specchi. La riflessione moltiplicherà lo spazio facendolo sembrare più ampio. Bellissimo ad esempio l’effetto della composizione mostrata nella foto qui sopra creata con le diverse dimensioni di Stars di Tarcisio Colzani per Porada. Questo specchio con cornice in frassino ha un supporto che, staccandolo leggermente dalla parete, crea delle belle ombre con la luce radente. Un altro specchio di Porada perfetto per fare composizioni è Mix di Carlo Ballabio perché proposto in varie forme belle da combinare insieme. Se invece preferite utilizzare un solo specchio, date un’occhiata a Giolo di Opera Design sempre per Porada: mi piace molto per la sua forma irregolare sottolineata da una cornice importante in noce canaletto. In questo modo creerete l’illusione che al di là del muro ci sia un altro ambiente.
La linea di lampade a sospensione Bell disegnata da Andreas Lund e Jacob Rudbeck per Normann Copenhagen fino a poco tempo fa disponibile in due dimensioni si arricchisce con due nuove misure. Questa lampada dalla forma a campana caratterizzata dall’aggancio ben visibile ha un’estetica molto piacevole sia utilizzata singolarmente che in gruppo. Adesso, mescolando elementi di diametro di 22,35, 42 fino a 55 cm e abbinando i colori sabbia e grigio, si presta ancora meglio per creare delle bellissime cascate decorative. Bell è realizzata in alluminio con parte interna bianca per riflettere la luce. Per la sua immagine industriale ma allo stesso tempo morbida ed elegante è adatta a qualsiasi ambiente della casa o dell’ufficio.
Nel precedente post abbiamo parlato della collezione di Riva 1920, una serie di sgabelli in legno che, riproducendo la forma di oggetti di uso quotidiano, ne celebra la bellezza estetica. Nella vita di tutti i giorni sono tanti gli oggetti che utilizziamo con noncuranza per scopi prettamente funzionali. Siamo talmente abituati a loro da non accorgerci che questi oggetti racchiudono qualità tecniche ed estetiche straordinarie. Una bellezza semplice determinata direttamente dalla loro funzione e frutto dell’ingegno di progettisti di cui spesso non si conosce il nome. Dal 19 giugno al 14 settembre il Design Museum della Triennale di Milano dedica proprio agli oggetti di uso comune “No Name Design”, una mostra che raccoglie una selezione di circa 1.000 oggetti classificati per funzione, tipologia, materiale e associazioni formali. “No Name Design” è curata da Hans Hansen e dall’industrial designer Franco Clivio, un vero e proprio cultore dell’argomento che fin da bambino colleziona e cataloga con la precisione di uno scienziato oggetti di uso comune.
Questi singolari sgabelli in legno di Riva 1920 prendono a prestito la forma degli oggetti di uso comune cambiandone la funzione e riproducendoli in dimensioni fuori scala. Ce n’è per tutti i gusti e quelli presentati in questo post sono solo alcuni dei tanti soggetti della collezione. Da Dadone del designer Andrea Castrignano appassionato di giochi da tavolo a L’ego e Temperino di Alessandro Guidolin a Vite brugola di Roberto Giacomucci ad altri che giocano con richiami al mondo del vino come Brut di Ruggero Giuliani che ha la forma di un tappo di spumante. Gli sgabelli, belli singolarmente o in gruppo a formare una piccola collezione, sono realizzati con massello di nobili essenze da Riva 1920, un’azienda con una lunga tradizione familiare nella lavorazione artigianale del legno. Una passione che ha portato la famiglia Riva anche a creare un Museo che raccoglie una collezione di utensili e macchinari per la lavorazione del legno di ben 2.800 pezzi trovati in Italia e in Europa.