Ogni due anni la Grand Place di Bruxelles si veste con un immenso e coloratissimo tappeto fatto tutto di fiori. L’edizione di quest’anno di “Tappeto di Fiori” che si terrà dal 14 al 17 agosto celebra un cinquantennio di immigrazione e integrazione turca a Bruxelles. Il soggetto scelto per questa occasione è il kilim, uno dei simboli più noti della cultura e dell’artigianato anatolico. La piazza con i suoi meravigliosi palazzi storici, che sarà teatro di una grande festa di musica multietnica, farà da sfondo alla scenografica composizione di 1.800 mq allestita con 750.000 begonie in sole 4 ore da centinaia di maestri giardinieri. Il primo Tappeto di Fiori venne realizzato nel 1971 dall’architetto Etienne Stautemans che fu in seguito invitato a realizzare composizioni simili in Europa e nel mondo. Le Fiandre, dove la passione per le begonie è una tradizione consolidata, sono il maggior esportatore mondiale di bulbi, che vengono inviati in tutta l’Europa, il Giappone e gli Stati Uniti.
Progettare la cucina a vista in continuità con il living per poterla utilizzare non solo come zona per preparare i cibi ma come spazio di socializzazione aperto da vivere con gli amici è ormai un trend più che consolidato. Attualmente accanto a questa tendenza ne sta emergendo un’altra che riguarda il modo di concepire i mobili della cucina. In alternativa alle cucine molto strutturate e compatte con spazi contenitivi chiusi, sul mercato sono sempre più frequenti le proposte di cucine leggere e destrutturate, “banchi di lavoro” molto semplici, leggeri, essenziali e facilissimi da montare dove non solo gli oggetti per cucinare sono a vista ma anche gli elementi tecnici si rivelano invece di essere nascosti.
Critter di Elia Mangia è un esempio molto chiaro di questa tendenza. Come ben spiegato nel sito del designer, Critter “è un piano di lavoro free-standing che si pone per tipologia a cavallo fra la cucina domestica e la cucina da campo. Nel tentativo di innovare prefigurando nuovi scenari, Critter scardina uno degli ultimi baluardi dell’immobilismo domestico.” Il piano di lavoro assemblato con sole 8 viti è facilmente smontabile e trasportabile anche all’esterno.
Un’altra proposta certamente meno “estrema” ma che segue la tendenza della semplificazione è Meccanica di Demode engineered by Valcucine. Tutto il sistema si basa su un’intelaiatura leggera dove gli elementi strutturali sono uniti con giunzioni meccaniche senza nessun utilizzo di colle. Ampia personalizzazione, possibilità di automontaggio, imballo ridotto, materiali 100% riciclabili sono le caratteristiche di Meccanica. Con la stessa intelaiatura si possono facilmente costruire scaffali e librerie per arredare gli altri ambienti della casa.
La collezione per esterni Banjooli di Sebastian Herkner per Moroso prende spunto nelle forme e nei colori dalla danza di corteggiamento degli struzzi dell’Africa orientale. Sulla struttura in acciaio sono tesi in un intreccio i fili colorati utilizzati per realizzare le reti da pesca. La collezione, realizzata a mano in Senegal, è stata arricchita recentemente con sgabelli e tavolini da affiancare alla poltrona.
La collezione Trame di Federica Capitani per Kenneth Cobonpue esplora l’arte della tessitura tradizionale. I fili intrecciati avvolgono la struttura formata da un tratto sinuoso a cinque anse che in continuità forma gambe e braccioli.
Nonostante abbia studiato le lavorazioni dei metalli preziosi e abbia lavorato in alcuni atelier di oreficeria, Ulrike Hamm realizza i suoi gioielli con la pergamena. Questo materiale ricavato dalla pelle di alcuni animali venne utilizzato fino al Medioevo per produrre la carta da lettere. Per le sue caratteristiche di resistenza ed elasticità e per il suo aspetto luminoso e ricco di iridescenze la pergamena si presta molto bene ad essere impiegato per creare gioielli. Attraverso la sperimentazione di tecniche di lavorazione diverse, Ulrike Hamm si è appassionata a questo materiale che non finisce mai di sorprenderla per le sue tante potenzialità. Dal materiale piatto l’artista crea dei ritagli che poi decora con tinture e stampe; i ritagli vengono poi assemblati per ottenere degli oggetti tridimensionali. I gioielli di Ulrike Hamm sono leggeri e curati meticolosamente nei dettagli e ricordano nelle forme e nei colori delicati i fiori delle orchidee e le ali delle farfalle. Ulrike Hamm ha studiato arte e arte orafa in Germania e ora vive e lavora a Berlino.
Nel campo dell’illuminazione non ho dubbi… in questo momento l’azienda che preferisco è Vibia. I prodotti di questa azienda spagnola sono uno più bello e creativo dell’altro, più che lampade le definirei delle “scenografie di luce” capaci di rendere estremamente suggestiva l’atmosfera di un ambiente. La capacità tecnologica unita alla creatività del design di Vibia fa sì che le protagoniste siano solo la forma e la luce. Oggi vi parlo di Halley, una splendida lampada da esterno molto minimale che crea un effetto affascinante perfetto per godersi le sere d’estate: come suggerisce il nome, il fascio di luce riproduce la scia di una cometa che solca il cielo di notte. Progettata da Jordi Vilardell e Meritxell Vidal, Halley è un apparecchio ad alta tecnologia in policarbonato e alluminio formato da un esile profilo ad arco che integra una striscia a LED. Ogni arco è composto da tre elementi a cui si abbinano le diverse basi: questo sistema, oltre a rendere molto semplice il montaggio e lo spostamento della lampada, dà la possibilità di creare la composizione più adatta allo spazio da illuminare. Halley è proposta in tre versioni (da terra, da parete e con morsetto).