Il Natale si avvicina. Se state già pensando ai regali cominciamo a darvi qualche idea.
Pescando nella prima collezione di Mason Editions, abbiamo selezionato dei vassoi, un portacandela e dei vasi che ci piacciono molto.
I vassoi Touché disegnati da Martina Bartoli sono caratterizzati da un design semplice ma sorprendente e molto decorativo.
I manici sono realizzati con un tondino metallico ottonato che scende, si appoggia sulla forma tonda del vassoio e risale dando l’impressione di un moto ondulatorio perpetuo.
Il vassoio è proposto in diversi colori, in due varianti tonde e in una ovale.
Le linee minimaliste e asimmetriche del portacandele Petit , sempre disegnato da Martina Bartoli, sono ispirate all’impresa di Philippe Petit.
Nel 1974 l’artista funambolo francese stupì il mondo camminando su un cavo di acciaio teso a più di 400 metri di altezza fra le Twin Towers del World Trade Center di New York.
Il cavo fra i grattacieli è evocato dalla sottile barra che unisce i cilindri portacandele:
la barra infatti, quando è vista dall’alto, misura solo 4 mm di spessore.
La linea di vasi e centrotavola Mia disegnati da Serena Confalonieri è caratterizzata da un design raffinato.
Gli oggetti sono realizzati in metallo e lamiera forata.
Il contrasto fra le linee morbide della parte inferiore e il motivo geometrico della parte superiore è enfatizzato dall’abbinamento delle finiture e dei colori.
Il giovane marchio nasce dall’incontro di Fabio Mason, imprenditore proveniente dall’ambito dell’illuminazione, con i tre designer Martina Bartoli, Serena Confalonieri e Matteo Fiorini.
Il brand produce arredi, luci e oggetti per la casa dalle linee semplici ed essenziali.
La raffinatezza dei prodotti di Mason Editions è dovuta all’attenzione nell’abbinare in modo originale i materiali e alla particolare cura nelle lavorazioni.
Regali di Natale per gli appassionati di design
Sicuramente vi sarà capitato di cenare in un ristorante dove, nonostante il cibo e l’ambiente vi siano piaciuti molto, non tornerete più a causa del rumore.
Oppure avrete assistito ad un’interessante conferenza dove però avete fatto fatica a sentire cosa diceva il relatore.
O magari siete stressati perché lavorate tutto il giorno in un rumoroso ufficio open space?
Il rumore è uno degli elementi che influenza maggiormente la nostra esperienza in uno spazio.
Ma non solo… stare molto tempo in un ambiente rumoroso può anche incidere sulla salute.
Per aumentare il comfort acustico di un ambiente, i pannelli fonoassorbenti sono una soluzione semplice, efficace e anche esteticamente piacevole.
Forse può essere utile precisarlo perché, anche se c’è una netta differenza, spesso questi termini si usano indifferentemente.
I pannelli fonoisolanti sono fatti con materiali che hanno la proprietà di riflettere i suoni e vengono utilizzati per isolare acusticamente le componenti strutturali di un edificio (pareti, pavimenti, tetti e soffitti).
In altre parole, i pannelli fonoisolanti si usano per limitare la rumorosità che arriva dalla strada e per evitare che si avvertano i rumori da un appartamento all’altro.
I pannelli fonoassorbenti invece sono fatti con materiali che assorbono i rumori, cioè che li riflettono il meno possibile.
L’energia acustica che attraversa il materiale viene trasformata in un altro tipo di energia, ad esempio il calore.
I pannelli fonoassorbenti assicurano la trasmissione di una buona qualità del suono e migliorano il comfort acustico di un ambiente.
I pannelli fonoassorbenti a soffitto riducono il livello e la propagazione del suono nell’ambiente mentre quelli verticali a parete riducono gli echi.
Quindi, a seconda dell’attività svolta in uno spazio, si sceglierà se installare pannelli fonoassorbenti a soffitto e/o a parete, in materiali e ampiezze diverse.
I pannelli fonoassorbenti che vedete nelle immagini di questo articolo, sono della serie Phonolook Design.
Questi prodotti sono studiati per migliorare il comfort acustico in spazi ad elevata frequentazione oppure in ambienti con pochi arredi come ristoranti, sale riunioni, auditorium e uffici open space.
I pannelli sono facili da posare anche senza manodopera specializzata: si possono appendere come quadri alle pareti, sospendere a soffitto con dei cavetti in acciaio oppure ancorare alla scrivania.
Grazie all’ampia scelta di forme e colori, i pannelli diventano un elemento che caratterizza l’estetica dell’ambiente.
Tutti i pannelli della linea Phonolook Design possono essere personalizzati con una stampa ad inkjet ad alta definizione direttamente sul tessuto.
Basta scegliere le immagini e inviarle in formato digitale all’ufficio grafico dell’azienda che ne valuta la fattibilità.
Il soggetto può essere riprodotto su un unico pannello oppure su più pannelli come se fosse un mosaico.
Pannelli fonoassorbenti : geometria per il benessere acustico
Nell’articolo di ieri abbiamo parlato di quali sono i vantaggi e gli svantaggi degli uffici open space rispetto a quelli organizzati in stanze separate.
Molti studi mettono in evidenza le molte criticità degli open space in termini di vivibilità dell’ambiente, di produttività e di soddisfazione di chi lavora.
Ma nonostante ciò sono sempre più numerose le aziende grandi e piccole che adottano questa soluzione per ridurre i costi degli spazi.
Insieme all’illuminazione e alle condizioni termiche non sempre ideali per tutti, la mancanza di privacy e la rumorosità dell’ambiente sono sicuramente i fattori più penalizzanti degli uffici condivisi.
Per risolvere queste problematiche, alcune aziende propongono delle soluzioni efficaci e belle da vedere per creare delle “stanze nella stanza”, cioè dei microambienti più vivibili nelle ampie aree di lavoro.
Il brand Arper propone Paravan disegnato da Lievore Altherr, un sistema di pannelli fonoassorbenti modulari che creano zone più intime all’interno dello spazio condiviso.
Si tratta di un prodotto semplice e versatile per definire postazioni lavorative, zone di co-working, sale riunioni e aree di attesa e relax.
I colori, le geometrie semplici e le curve eleganti delle quinte architettoniche danno un’identità precisa allo spazio.
La gamma di finiture e accessori della collezione Paravan è molto vasta e gli spazi possono essere arredati con tanti prodotti del catalogo Arper.
Buzzi Space ha invece recentemente presentato il sistema di unità modulari Bracks creato da Alain Gilles.
Le strutture autoportanti in metallo sono disponibili in varie altezze e possono essere completate con tende in tessuto di Kvadrat progettato per assorbire il suono.
Le tende in un’ampia gamma di colori aumentano il comfort acustico e la produttività di chi lavora dando allo stesso tempo un carattere forte allo spazio.
Le unità modulari possono essere dotate di varie tipologie di accessori come ad esempio postazioni di lavoro e sistemi contenitori.
Sistemi modulari per uffici open space belli da vivere
In nome del lavoro di team e della condivisione, gli uffici suddivisi in stanze stanno diventando sempre più rari.
Il concetto di open space ebbe origine negli anni ’50.
Inizialmente adottato dalle grandi multinazionali, in seguito si è diffuso sempre di più anche nelle aziende medio-piccole.
E’ vero che entrambe le alternative hanno vantaggi e svantaggi, ma numerosi studi dimostrano che i grandi spazi di lavoro condivisi riducono la qualità del lavoro.
Il più grande plus dell’open space è senz’altro il contatto più vicino fra capo e dipendenti che, diminuendo la distanza psicologica, favorisce il lavoro di team, rafforza lo spirito di gruppo e stimola ognuno a svolgere al meglio la propria funzione.
Di contro nei grandi ambienti aperti la privacy è limitata e chi lavora è costretto ad una socializzazione forzata che è spesso difficile da gestire.
Il rumore continuo, le voci e le telefonate, il passaggio delle persone, le condizioni termiche e di illuminazione non sempre ideali per tutti non giovano certo al benessere e alla concentrazione.
Per quanto riguarda il rumore, alcuni studi provano che le conversazioni dei colleghi sono uno dei fattori principali di irritazione.
In particolare più che il volume delle voci, ciò che infastidisce è il contenuto semantico delle conversazioni che inevitabilmente distrae chi non è coinvolto nello scambio.
Ciò crea difficoltà di concentrazione, stanchezza precoce, irritabilità e scontentezza con un conseguente calo del rendimento e una diminuzione della qualità del lavoro.
Nonostante tutte queste considerazioni, per massimizzare l’utilizzo degli spazi e ridurre quindi i costi, le aziende adottano sempre più la soluzione open space anche quando il tipo di lavoro e la funzione svolta non richiederebbe necessariamente il lavoro in team.
Peccato che non venga considerato che il vantaggio economico viene compromesso da un calo di produttività dovuto proprio alle condizioni ambientali.
E non ultimo, che un ambiente di lavoro non ideale incide pesantemente sulla soddisfazione di chi lavora.
Per limitare i problemi negli uffici condivisi, l’open space deve essere progettato tenendo conto di molti fattori che vanno ben al di là degli aspetti estetici.
Ad esempio, le singole postazioni devono avere determinate dimensioni e devono essere rese disponibili delle zone tranquille e silenziose separate dallo spazio condiviso in cui le persone possano ricaricarsi.
Per quanto riguarda il miglioramento del comfort acustico, un’ottima soluzione è posizionare dei pannelli fonoassorbenti nell’ambiente.
A seconda delle caratteristiche specifiche dello spazio, si potranno utilizzare pannelli fonoassorbenti a soffitto, a parete e come divisori fra le scrivanie.
Questi ultimi potranno anche avere la funzione di aumentare la privacy delle postazioni.
Le immagini mostrate in questo articolo si riferiscono al progetto realizzato da Paul Crofts Studio per la sede londinese dell’agenzia pubblicitaria Fold 7.
In questo progetto sono state adottate tutte le misure per migliorare le condizioni dell’ambiente lavorativo.
Ufficio open space o ufficio suddiviso in stanze ?
Arredare casa con il sistema modulare Montana è un po’ come giocare con il Lego: nella “scatola” ci sono ben 36 tipologie di moduli, in 4 profondità e in 42 colori.
La libertà di composizione è quindi pressoché illimitata.
Si possono creare composizioni a giorno o chiuse con ante e cassetti per il living, armadi per la camera da letto e piani scrittoio per lo studio.
Il tutto dando sfogo alla creatività nelle forme e nei colori.
Il sistema Montana è anche molto adatto all’ufficio per creare schedari e cassettiere su misura delle diverse esigenze.
Sulle potenzialità del sistema non c’è molto altro da dire, perché le foto parlano da sé.
Può invece essere interessante raccontarvi che per disegnare un sistema così ampio e versatile, Peter J. Lassen ha adottato un preciso principio matematico che si basa sulla misura di 5,7 centimetri.
Il brand Montana è molto attento all’ambiente: Montana è certificato secondo gli standard ambientali internazionali.
In collaborazione con l’Agenzia per la protezione dell’ambiente danese, da più di 25 anni esegue delle analisi per verificare le conseguenze che i prodotti hanno sull’ambiente.
Nella produzione sono utilizzati esclusivamente colori ad acqua a base di smalti, privi di odori e che non contengono solventi.
Arredare la casa in stile libero : sistema componibile Montana