La ricerca di appartenenza, la capacità di adattamento, la fusione con l’ambiente senza però dimenticare la propria origine ma anche il desiderio di rendersi invisibili: sono questi i messaggi di grande attualità evocati dagli esperimenti visivi di Cecilia Paredes. L’artista peruviana dipinge il proprio corpo per camuffarsi con la carta da parati che le fa da sfondo fino a diventare tutt’uno con il paesaggio.
“Reading between the Lines” è l’installazione artistica che gli architetti belgi Pieterjan Gijs e Arnout Van Vaerenbergh hanno creato a Limburg in Belgio nell’ambito di Z-OUT, un ambizioso progetto che riguarda gli spazi pubblici a cura della casa d’arte contemporanea Z33 di Hasselt e che prevede realizzazioni in diverse location del Belgio nei prossimi cinque anni. E’ un’opera a cavallo fra l’architettura e l’arte: scomponendo in piani orizzontali la tipica forma delle chiese della zona, l’architettura è stata trasformata in un oggetto d’arte “trasparente”. Alta 10 metri e realizzata con 100 lamelle sorrette da 200 colonne in acciaio la chiesa, a seconda del punto di vista da cui la si guarda, viene percepita come un edificio massiccio oppure come una forma leggerissima che si dissolve nel paesaggio. Guardando invece dall’interno, il paesaggio si ridefinisce in linee astratte.
Pina 3D è il film documentario che Wim Wenders ha voluto dedicare all’amica coreografa Pina Bausch. Un omaggio non solo ad una delle protagoniste di maggiore rilievo della danza moderna ma anche a Pina Bausch in quanto donna, raccontato attraverso le testimonianze dei ballerini che hanno condiviso con lei il suo percorso artistico. Wim Wenders racconta Pina con affetto e profondo rispetto preservando gli aspetti enigmatici del carattere della grande artista. Utilizzando la tecnologia 3D in modo molto particolare, le diverse coreografie sono riprese in modo molto grafico attraverso immagini di grandissima bellezza estetica e forte impatto curate nei minimi dettagli.
Elementi architettonici che si ripetono all’infinito fino a costruire edifici surreali per dare origine ad immagini dall’effetto grafico sorprendente. I grandi collage fotografici della serie “The Infinite palaces and buildings” creati con Photoshop dal fotografo Fabiano Busdraghi raccontano di città senza luogo e senza tempo, incuriosiscono e fanno riflettere.
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