Gli enormi investimenti per realizzare le grandi opere necessarie ad una città per ospitare eventi sportivi o espositivi di rilevanza mondiale è un tema che da sempre solleva molte discussioni. In alcuni casi l’evento lascia un’eredità molto utile alla città anche dopo la sua conclusione ma in altri casi purtroppo le grandi opere realizzate si rivelano presto inutili o costosissime da mantenere. L’idea Casa Futebol del gruppo di architetti di 1Week 1Project parte da questo tema: perché non trasformare alcuni stadi brasiliani in grandi complessi residenziali inserendo all’interno degli immensi edifici una moltitudine di cellule abitative colorate? Potrebbe essere un modo per risolvere almeno in parte la carenza di abitazioni di cui soffrono alcune città brasiliane? Indipendentemente dal fatto che il progetto sia davvero realizzabile (le difficoltà tecniche e i costi per convertire uno stadio in un complesso abitativo potrebbero rendere il progetto inefficiente), l’idea ci sembra una provocazione interessante per riflettere sull’importanza di impiegare al meglio gli investimenti stanziati per i grandi eventi. I rendering che mostrano la trasformazione degli stadi sono sicuramente interessanti e sono un esempio di come la creatività libera applicata all’architettura possa generare spunti e idee fuori dagli schemi che potranno forse essere utili in futuro.
Lo studio di architettura Buero Philipp Möller ha ristrutturato una fattoria del 1890 a Moorenweis in Germania trasformandola in una suggestiva abitazione per una famiglia. La bellissima struttura dell’edificio con i pilastri e le capriate del tetto in legno è stata ripristinata com’era in origine. Lo spazio al piano terra è stato riorganizzato dividendo le diverse aree funzionali con delle murature che arrivano solo ad una certa altezza per conservare una certa continuità dell’ambiente e per sfruttare meglio la luce delle finestre. Mentre in alcuni ambienti l’arredamento, le porte e le lampade ricreano l’atmosfera tradizionale tipica delle case di campagna, altri spazi hanno un’immagine decisamente più moderna con murature tinteggiate in colori particolari. Dalla sala da pranzo a doppia altezza si può apprezzare la struttura in ferro nero che delimita il piano superiore e che ricorda le partizioni delle vecchie officine. Una scala a vista in ferro e legno porta alle stanze del livello superiore. Alcuni ambienti sono stati decorati con pannelli di colore nero che si abbinano con la tappezzeria a righe scure. Il nero ricorre anche in altri elementi dell’arredo creando un contrasto molto piacevole con il tono biondo del legno.
Situata nei pressi del piccolo villaggio di Tunquen, in cima ad una scogliera sulla costa cilena, lo studio di architettura Nicolas Lipthay Allen / L2C ha progettato una residenza con pianta allungata per far sì che ogni stanza si affacci sulla terrazza panoramica con vista sull’Oceano Pacifico. Sul retro della casa un secondo volume a 90° rispetto al corpo principale contiene la camera degli ospiti e crea due cortili riparati dai forti venti. All’interno lo spazio centrale che dà sulla terrazza da un lato e su uno dei cortili dall’altro ospita in continuità il living, la zona pranzo e la cucina. Ai lati dello spazio centrale ci sono la camera da letto principale con bagno e cabina armadio riservati e le stanze dei bambini con accesso al secondo cortile.
Esternamente la casa unifamiliare Ant House a Shizuoka in Giappone progettata dallo studio m-A style Architects è un cubo rivestito di metallo nero. In contrasto con l’esterno l’interno è invece dominato dal bianco delle pareti e dal tono dorato del rivestimento in compensato di legno di larice. All’interno, proprio al centro del cubo e ad una quota inferiore, c’è un volume a forma di casetta con il tetto a due falde inclinate. Lo spazio molto essenziale dentro la casetta non ha una precisa destinazione d’uso e può quindi essere utilizzato dalla famiglia diversamente a seconda delle esigenze. Tutto intorno alla casetta si snodano le altre funzioni della casa: l’ingresso a pianta quadrata rivestito in legno, la cucina, la sala da pranzo, il bagno, lo studio, gli scaffali e le armadiature. Numerose aperture con gradini mettono in connessione lo spazio interno alla casetta con gli altri spazi dell’abitazione mentre un’altra apertura sul tetto della casetta trapassa anche il guscio esterno nero garantendo l’entrata della luce e il contatto con il mondo esterno. Di notte l’illuminazione interna proviene da semplici lampadine appese al soffitto con cavi elettrici neri che disegnano dei tratteggi sul soffitto.
Non lontano da Barcellona lo studio H Arquitectes ha realizzato una casa unifamiliare per una coppia di collezionisti d’arte. La struttura dell’abitazione, progettata per favorire la massima relazione fra interni ed esterno, è composta da tre volumi di diverse altezze con facciate in mattoni rossi. Il primo volume è quello dei bambini, con spazio gioco al piano terra e tre camere al piano superiore. Nel corpo centrale c’è una grande cucina con camino mentre nel terzo volume si trova la camera dei genitori con studio al piano superiore. I tre volumi sono messi in connessione da due spazi coperti: il primo è l’ingresso dell’abitazione mentre nel secondo c’è il soggiorno che, grazie ai serramenti completamente apribili, diventa d’estate un fresco portico affacciato sul giardino dotato di piscina. L’interno è molto essenziale, con murature di mattoni intonacati, pavimentazione continua in cemento e impianto elettrico a vista.