Gli interni dei sedici appartamenti di Lotto 16 hanno un carattere forte e solare basato su due elementi fondamentali: il colore e la geometria.
Il complesso abitativo realizzato nell’ambito di un piano di edilizia convenzionata a Marina di Ragusa in Sicilia, è stato progettato dagli architetti Nunzio Gabriele Sciveres e Giuseppe Gurrieri.
Gli edifici unifamiliari, circondati da ampi giardini, sono serviti da un’unica strada interna e ospitano quattro diverse tipologie di alloggi sviluppati su due livelli.
Obiettivo del progetto è stato massimizzare la qualità del design compatibilmente con il limitato budget economico disponibile.
Grazie all’adozione di sistemi costruttivi moderni e fonti di energia rinnovabile, gli appartamenti offrono un elevato isolamento termico e limitato consumo energetico.
La scelta stilistica molto precisa dei due progettisti si focalizza sulle pavimentazioni a colori vivaci che si inseriscono in ambienti total white.
Le piastrelle in pietra lavica smaltata prodotte su misura nei colori bianco, blu cobalto e giallo siena sono posate in una sequenza di composizioni geometriche diverse.
Negli interni decorati e arredati in bianco spicca la scala monolitica rivestita di Valchromat giallo che affianca un volume contenente gli impianti tecnologici.
Per quanto riguarda la distribuzione degli ambienti, al piano terra trova spazio il soggiorno, la cucina e la sala da pranzo mentre il primo piano ospita la zona notte con due camere da letto e due bagni.
Tutti gli ambienti sono connessi con l’esterno.
Le verande sono realizzate in pietra locale, con pergole in ferro zincato smaltato bianco e copertura di bamboo.
I giardini ospitano anche numerose specie tropicali e sono disegnati in modo irregolare come succede in natura.
Le aree e i percorsi esterni creano quindi un interessante contrasto con il rigore geometrico dei volumi architettonici.
L’equilibrio tra nuovi interventi e patrimonio architettonico esistente è un tema fondamentale per gli architetti Sciveres e Gurrieri:
l’architettura semplice, i materiali e I colori solari della Sicilia di Lotto 16 si inseriscono con coerenza nel territorio evocando la tradizione e la cultura locale.
I colori solari della Sicilia entrano negli interni di Lotto 16
Il settore delle case modulari prefabbricate ha un grande potenziale, quindi sempre più aziende vi si affacciano presentando nuovi progetti.
La proposta della start up Cube Haus attiva a Londra e dintorni punta sul design:
l’obiettivo è rendere accessibile delle case prefabbricate ad alto valore progettuale anche a chi non può permettersi la consulenza di architetti e designer di interni di elevato livello.
Cube Haus riesce a soddisfare questo obiettivo grazie ad un modello di business che crea delle efficienti economie di scala.
Il team di progettisti incaricati dall’azienda costituito da architetti e designer fra i migliori dell’Inghilterra ha già progettato quattro prototipi di case modulari prefabbricate.
Le diverse soluzioni abitative sono state studiate per adattarsi a terreni di piccole dimensioni, sia in città che nelle zone rurali oppure addirittura anche sui tetti degli edifici.
Le case potranno anche essere installate su terreni che verranno acquistati direttamente da Cube Haus.
L’obiettivo della start up è costruire 100 esemplari di case modulari prefabbricate in legno lamellare entro i prossimi cinque anni.
Case prefabbricate modulari a Londra e dintorni
Nel disegno degli arredi della collezione D12 di cui parla l’articolo di ieri, l’architetto Marià Castellò ha riportato le linee pulite di questo suo progetto architettonico.
La villa si inserisce armoniosamente nel territorio alle spalle della bellissima spiaggia di Migjorn sulla costa sud dell’isola di Formentera.
Nesting the Stone from marià castelló, architecture on Vimeo.
L’edificio è formato da tre parallelepipedi che si appoggiano con leggerezza sul terreno roccioso e che sono connessi tramite due passerelle vetrate.
Il rivestimento in legno dei tre volumi li rende simili alle tipiche capanne dei pescatori.
L’edificio è realizzato con sistemi di costruzione a secco ed è legato al suolo solo in due punti per minimizzare l’impatto sul terreno.
La semplicità dell’architettura gioca sul dualismo fra terra e aria espresse attraverso la contrapposizione dei vuoti e dei pieni e dei materiali:
la roccia solida e pesante e il legno tenero e leggero.
L’alternanza dei pieni e dei vuoti ritorna anche nell’interrato con una successione di cortili aperti e spazi chiusi.
Pur essendo due elementi di natura diversa, uno naturale e irregolare, l’altro costruito dall’uomo e fatto di linee nette, l’edificio e la roccia si compenetrano perfettamente.
Questo dialogo fra l’architettura e la roccia è particolarmente apprezzabile nei cortili e negli interni al piano sotterraneo dove l’assenza di muri di contenimento lascia spazio alla roccia.
I tre “strati” che compongono l’edificio sono chiaramente leggibili:
al livello inferiore l’asprezza del terreno roccioso si fonde con le murature e con la piccola piattaforma in cemento che sostiene il piano terra formato da pannelli in legno lamellare incrociato che assolvono a struttura, chiusura e finitura interna.
Anche il design degli interni è molto semplice.
Il bianco prevale ma è sempre scaldato dai toni caldi del legno.
Dall’interrato la scala bianca ancorata alla muratura e sospesa da terra porta nell’ampia zona giorno arredata solo con lo stretto necessario.
Al candido blocco della cucina accostato al grande tavolo in legno fa da sfondo la velatura di sottili cavi tesi dal pavimento al soffitto che delimita in vano scala.
La grande armadiatura bianca dietro alla cucina torna con lo stesso disegno anche nella camera da letto con bagno privato.
Villa firmata da Marià Castellò : simbiosi fra architettura e ambiente
La maggioranza della popolazione mondiale vive attualmente nelle grandi città.
Poche persone possono permettersi di acquistare e mantenere una seconda casa fuori città per vivere almeno durante le vacanze a contatto con la natura.
Ecco perché molti studi di architettura stanno sviluppando nuovi concetti abitativi che rendano possibile la realizzazione di questo sogno.
Si tratta di case di piccole dimensioni ma confortevoli, acquistabili ad un prezzo abbordabile e costruite con materiali ecosostenibili.
Gli impianti tecnologicamente avanzati permettono di ridurre i consumi dell’acqua e dell’energia.
Il progetto A45 sviluppato dagli architetti dello studio Bjarke Ingels Group (BIG) ne è un esempio.
Ispirandosi allo stereotipo della “casa nel bosco”, la casa è il prototipo di una serie di quattro micro case del futuro.
La struttura tipica con il tetto a falde inclinate che è nell’immaginario comune è stata rivisitata in chiave contemporanea estremizzandone la forma.
La copertura aumenta la sua inclinazione arrivando fino a terra per garantire lo scolo dell’acqua piovana e per adattarsi alle condizioni della località di Lanesville vicino a New York dove il prototipo è situato.
L’angolo di inclinazione della falda non avrebbe permesso un efficiente utilizzo dello spazio interno.
Gli architetti hanno quindi ruotato il pavimento della casa di 45 gradi per poter disporre all’interno di una pianta quadrata.
Ecco perché il progetto è stato chiamato A45.
Per ottimizzare ulteriormente lo spazio interno, l’altezza della casa è stata aumentata fino ad una quota di 4 metri.
Grazie a questi accorgimenti l’abitazione, pur essendo di soli 17 metri quadri, risulta funzionale, accogliente e piacevole da vivere.
L’esterno elegante e contemporaneo presenta grandi superfici finestrate che riflettono l’ambiente circostante mimetizzando dell’edificio nel paesaggio.
La natura entra anche all’interno della casa con una scelta di materiali come il legno di pino, il Douglas Fir e il sughero utilizzato per insonorizzare le pareti.
Per creare quella sensazione di benessere tipica delle abitazioni scandinave, l’interno è stato arredato con un elegante focolare e con arredi disegnati su misura e realizzati artigianalmente.
La piccola cucina è curata nei dettagli e il bagno è rivestito in legno di cedro.
La micro casa A45 è la prova che anche in uno spazio ridotto si può disporre di un’ottima qualità abitativa.
A45 è una nuova tipologia di edificio residenziale che può essere personalizzato e costruito ovunque in soli quattro mesi.
La struttura modulare, realizzata con materiali 100% riciclabili, appoggia su una piattaforma in cemento staccata da terra.
Ciò permette di costruire la casa in qualsiasi zona del pianeta riducendo al minimo l’impatto ambientale.
Acquistare una seconda casa è un sogno realizzabile
ll tavolo, la scrivania e il sistema di scaffalature della nuova collezione “Centina” di Giacomo Moor si ispirano alle tecniche utilizzate dai Romani nella costruzione dei ponti.
Il design degli arredi evoca in scala ridotta la prima e l’ultima fase del procedimento costruttivo.
La centina è un’invenzione molto antica: anche se i maggiori esperti sono stati senz’altro i Romani, la centina risale addirittura al II millennio a.C. , periodo in cui si hanno le prime tracce dell’uso dell’arco e della volta.
La centina è indispensabile per costruire le volte e gli archi a conci di mattoni o pietra: senza l’uso di questa struttura lignea provvisoria, questi elementi architettonici non potrebbero essere realizzati.
Infatti, fino a quando non è completato, l’arco non può stare in piedi e non è in grado di “lavorare”, cioè di scaricare il peso a terra.
La centina, una sorta di impalcatura che ha la forma in negativo della volta o dell’arco, può essere rimossa solo dopo l’inserimento della chiave di volta che consolida il tutto.
Negli arredi, Giacomo Moor propone un’interpretazione controcorrente di questo sistema classico perché, a differenza della chiave di volta, qui i cunei inseriti fra le linee spezzate lavorano a compressione invece che essere sottoposti a flessione.
I piani di appoggio delle mensole e dei tavoli corrono sui supporti in legno come avviene per le carreggiate dei ponti.
La collezione “Centina” è stata disegnata in esclusiva per la galleria Giustini / Stagetti.
Collezione Centina : contaminazione fra architettura e arredamento