Nonostante l’apparente fragilità, i gioielli di Dorit Schubert sono quasi indistruttibili. I materiali utilizzati sono infatti sottili ma resistenti fili di nylon, argento e acciaio, lavorati con l’antica tecnica del merletto per ottenere trame sottilissime. Le forme trasparenti e ripetute dai colori tenui che ricordano delle infiorescenze sono completate da perle di vetro e perline di pietra.
La collezione di borse Wirebag di Anteprima, brand dal nome italiano creato però dalla stilista giapponese Izumi Ogino, si rinnovano continuamente. I modelli sono tantissimi, tutti divertenti ma sempre molto eleganti grazie all’effetto lurex luminoso: dalle forme più grandi, morbide e informali, alle rivisitazioni di classici bon ton fino alle interpretazioni rock dal look più aggressivo. La tecnica di lavorazione però è sempre la stessa: un intreccio lavorato a mano con un filo di materia prima riciclata, il pvc. Dopo aver spopolato in Giappone e in Cina le Wirebag hanno ormai conquistato il resto del mondo con ben 90 boutique. In Italia si trovano a Milano e a Roma.
Queste belle tracolle di Artecnica interamente realizzate con poster pubblicitari tagliati senza cuciture né colla sono un interessante esempio di riciclo. Con la minima quantità di rifiuti, il taglio trasforma la superficie 2D del poster in una rete stretch che forma una grande sacca. Quando è vuota questa borsa, che è in grado di sopportare circa 15 kg di peso, occupa pochissimo spazio. E’ disponibile in diversi colori o in pelle naturale marrone.
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